Alaró: tradizioni e storia dall’entroterra di Maiorca
Le isole Baleari, Spagna, sono culla di tradizioni, cultura e siti naturalistici di grande importanza. Infatti, se ci si allontana dalle famosissime spiagge di Palma di Maiorca, si ha la possibilità di entrare in contatto con una umanità fervente, in cui danze, miti e spettacoli pirotecnici, si mescolano con storia e architettura. Un esempio eclatante è Alaró, paesino dell’entroterra di Maiorca, dove un castello del X secolo sorveglia dall’alto la popolazione che vive nell’agglomerato urbano a mezza collina. La vita mondana del paese gira attorno alla festa di San Rocco: 10 giorni di balli, musica, giochi, arte e partecipazione che culminano nel correfuc. Quest’ultima, p una performance notturna, in cui i diables della tradizione, danzano tra la folla, incendiando le piazze a ritmo di tamburo.
Lingue, colori e abitudini degli alaroners
Alaró, roccaforte della cultura maiorchina si trova al centro della sorella maggiore delle isole Baleari: Maiorca (Mallorca in spagnolo).
5327 abitanti, gli alaroners, sono l’anima di una tradizione con radici profonde che si manifestano vigorose alla prima interazione sociale.
Gli alaroners non parlano Castigliano, non parlano Catalano, parlano Mallorquì (il 92% degli abitanti di Maiorca lo parla e/o capisce), che possiamo identificare come variante del Catalano, che è una vera e propria lingua, da alcuni definita minoritaria, (e vi consiglio di non intraprendere alcuna discussione a riguardo con un indipendentista) che ha forti influenze francesi, e per questo, da molti considerata comprensibile anche agli italiani.
Il primo sguardo al paese
Per arrivare al població (paese), il mezzo più efficace è senza dubbio l’automobile. Infatti, Alaró condivide la stazione ferroviaria con il vicino Consell (paese di circa 3000 abitanti), ad una distanza nefasta per i turisti, ma considerabilmente ottima per non subire le “invasioni barbariche” di giovani turisti tedeschi e inglesi che amano la costa settentrionale dell’isola, rendendo possibile una selezione naturale di visitatori attenti alla cultura e desiderosi di vivere un turismo lento.
Avvicinandosi alle porte del paese non si può fare a meno di notare la cornice naturalistica: due silhouette simmetriche si rivolgono lo sguardo, sono Alaró (822m) e Alcadena (816m). Storie e miti sulla nascita e la forma di queste due montagne sono innumerevoli.
Come in un dipinto di Modigliani, predominano il rosso e il verde, il primo dato dalla pedra en sec, arte di muratura riconosciuta come patrimonio UNESCO, e il secondo dai campi coltivati a carrube e mandorli.
La pietra calcarea rosata, simile alla pietra tipica dell’entroterra ligure (Borgio Verezzi ne ha fatto la sua bandiera), è il pattern costituente dell’architettura alarese: si nota appena entrati nella Plaça de la Vila, fulcro delle attività del paese. Bere una cerveça (birra) al Sa Plaça, d’estate, è come girare per un set siciliano di Tornatore. Il caldo stremante è una costante nelle settimane centrali dell’estate, ma la gente, dopo la siesta, in quello che per noi è tardo pomeriggio, si riversa nei bar e nelle piazze bevendo Rosa Blanca, autoctona hoppy lager.
Festes de Sant Roc
Centrale evento culturale sono le Festes de Sant Roc, 10 giorni di balli, musica, giochi, arte e partecipazione che culminano nel correfoc, il giorno di Sant Roc. Ciò che bisogna sapere prima di lasciarsi trasportare dal misticismo delle baleari, è la passione per il fuoco e per i “diables”, che spesso vanno a braccetto. Il correfoc, letteralmente corri fuoco, è emblematico dell’esperienza maiorchina, e per quanto si proverà a raccontarlo, mai si riuscirà a comunicare la partecipazione in prima persona all’evento. Tutto inizia a notte inoltrata, allo scattare della mezzanotte del 16 agosto: la piazza è gremita, i turisti stranieri sono una piccola percentuale della folla. Infatti, sembra che i maiorchini si riapproprino per qualche ora della loro isola. Si segue il fiume di persone che scorre verso l’uscita del paese, tutte le luci si spengono, i tamburi suonano a ritmo crescente in un climax di emozioni condivise. I diables si affacciano dal vicolo, sorreggono bastoni rotanti (garrota) e indossano tute bianche con drappi colorati e cappucci rossi, incendiano le cime dei loro scettri che girando creano un vortice di fuoco.
La danza dei demoni, che consiste nel saltellare due volte su un piede e poi sull’altro, viene imitata dalla folla, che indossa vestiti lunghi e passamontagna bagnati, mentre scintille e lingue di fuoco trasformano la notte in giorno. La carovana si sposta verso il centro del pueblo, alla “batucada” (gruppo di tamburi colpiti da giovani alaroners) si aggiungono petardi che scoppiano ad ogni angolo. La performance dura circa 45 minuti e culmina con fuochi d’artificio (foguerons) che schizzano a lato del campanile che suona in festa.
È difficile stabilire l’origine di questa tradizione, alcuni cercano le radici nella dominanza dei Mori, altri ad un concetto esoterico di provenienza cattolica che vuole rappresentare la coesistenza tra bene e male. La prima messa in scena, documentata, dei demoni in Maiorca, risale alla fine del XV secolo durante la processione del Corpus Christi.
Castillo de Alaró
Avendo accennato alla dominazione dei Mori sull’arcipelago delle Baleari, si deve menzionare il Castillo de Alaró. Ma prima, per comprendere l’importanza bellico-architettonica delle popolazioni maiorchine e minorchine, possiamo fare riferimento al termine con cui vengono chiamate: ”talaiotici” (dall’arabo tal’i), ovvero una società che dal 1200 a.C. è dedita alla costruzione di torri di guardia (talayot in catalano).
Presso il talayot di Alaró si svolsero due avvenimenti che sembrano aver forgiato il carattere tenace e un po’ sbruffone degli alaroners:
- All’inizio del X secolo, i Mori, espandendosi nelle Baleari, iniziarono ad attaccare la fortezza, che rimase l’ultima roccaforte cristiana a resistere alla conquista araba. Qualche secolo dopo venne ceduta in modo pacifico alla riconquista cristiana.
- Durante il regno di Maiorca, i rapporti con la Corona d’Aragona non erano pacifici. Quando il re di Maiorca stipulò un’alleanza con la Francia, il Re d’Aragona, Alfons III, inviò una spedizione punitiva che sancì una veloce conquista. Il castello situato sulla cima del monte Alaró sembrò l’unico a poter resistere, ma presto dovettero arrendersi. Fun fact: una leggenda che ogni mallorchino che si rispetti sa recitare con tanto di onomatopee ed effetti sonori, è quella di due nobili maiorchini, Guillem Cabrit and Guillem Bassa. I due, si presero gioco del re d’Aragona dicendo che a Maiorca le cernie le mangiano con la salsa (cernie in catalano è Anfòs, un gioco di parole con il nome Alfons). Il re rispose che il brasato di capra è delizioso e condannò i due nobili alla morte sulla brace (capra in catalano è cabrit, mentre Bassa suona come brasa, che in catalano significa brace). Questo fatto sembra abbia portato alla scomunica del Re d’Aragona.
Il Castillo de Alaró è meta di gite scolastiche, turismo culinario ed escursionismo. Uscendo dal paese si percorre una strada costeggiata da pedra en sec, e seguendo le indicazioni per il castello presto si raggiunge una strada a serpentina che arrampica con una certa pendenza. Lasciando la macchina a mezza collina si prende un sentiero che sale sul fianco del monte Alaró per poi trovarsi in una fitta vegetazione dove è facile incontrare capre e pecore.
Arrivati alla fine del sentiero ci si trova alle porte del castello in rovina, spostandosi sul versante occidentale si può godere di una spettacolare vista sulla catena della Tramontana, che percorre da nord a sud la costa ovest dell’isola, creando suggestive scogliere a picco sul Mare Mediterraneo. Superate quelle che una volta erano facciate alte con travi in pietra e accessi ad arco ribassato si raggiunge la Hospideria (locanda) che a cena offre, su prenotazione, un menù con piatti tipici della tradizione maiorchina, ottimo modo per ricaricare le energie prima di rimettersi sul sentiero di ritorno verso il paese, con un cielo stellato ad illuminare i passi, la vista della scintillante ed eccentrica Palma in fondo alla valle e il frinire dei grilli in sottofondo.
Tutte le foto sono di Giovanna Galli
Siti da visitare:
https://visit.ajalaro.net/
https://www.illesbalears.travel/recurso-turistico/es/mallorca/castillo-alaro