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Record of Ragnarok: quando il fumetto rimodella il mito

Per “svecchiare” l’insegnamento di questi due generi letterari, mito e epica (non necessariamente classica) mi è sembrato interessante provare a cercare di individuare delle interpretazioni e dei confronti appunto tra il materiale del mito/epica e i fumetti, premettendo che già Umberto Eco sosteneva che proprio i fumetti nel mondo moderno facessero un po’ le veci di quanto facevano mito ed epica nei tempi antichi.

Sono un affamato lettore di fumetti, amo i supereroi, ma per deformazione professionale leggo anche testi antichi come Iliade e Odissea, le Storie, gli Annales e saltuariamente ne studio l’esegesi, consulto antologie e manuali di letteratura greca e latina.

Record of Ragnarok

Foto di Peppe Inella

 

Da qualche mese mi sono dato alla lettura di un fumetto che mi ha portato a questa interessante riflessione, l’incriminato si intitola Record of Ragnarok, edito in Italia da Star Comics, conosciuto nel paese del Sol Levante con il nome di Shuumatsu no Valkyrie, nato dalla collaborazione tra tre autori, Ajichika che si occupa dei disegni, Shinya Umemura che si occupa della stesura della storia e Takumi Fukui impegnato nella storyboard. 

Nel nostro bel paese siamo cresciuti con tanti miti, in particolare con quelli antichi basati sui racconti tramandatici dalla cultura greca e romana. Le guerre, la vanagloria degli dei dell’Olimpo, eroi che intraprendono sfide insostenibili per i comuni mortali. Il pantheon greco/romano ci ha fornito una grande moltitudine di leggende che sono giunte fino ai giorni nostri. Allo stesso modo però, anche altre culture hanno stabilito il loro pantheon, con le loro storie e vicissitudini: in Scandinavia i miti di Odino e Thor, in India si è fatto largo l’Induismo con tutte le sue divinità, nella valle del Nilo con la cultura egizia; per non parlare poi del mondo dell’estremo oriente con i suoi miti, che in alcune forme sussistono ancora oggi. Tutto questo è stato unito in Record of Ragnarok.

Tavola da Record of Ragnarok 1

L’universo è diviso nel regno celeste, abitato dalle divinità, e il mondo umano. Millennio dopo millennio gli uomini non sono riusciti a cambiare le proprie abitudini, trasformandosi in un cancro per il pianeta, tradendo la fiducia degli dei. Per questo gli dei hanno deciso, dopo essersi riuniti in concilio, all’unanimità di annientarli. Mentre le divinità maggiori sono tutte d’accordo, dagli spalti si erge la semidea Brunhilde, una delle 13 valchirie. Pur non potendo né prendere la parola né votare all’interno del concilio, essendo ella solo una semidea, risponde alle divinità che per la legge, da loro stessi emanata, all’umanità va concessa la possibilità di sopravvivere e quindi si appella al Ragnarok; lo scontro definitivo tra umani e dei. 13 uomini e 13 dei si affronteranno nell’arena e se gli umani vinceranno potranno sopravvivere per almeno altri 1000 anni. Le parole di Brunhilde vengono accolte dalle divinità e consci della superiorità della propria forza rispetto agli umani viene preparato tutto per il combattimento.

Ognuno di noi, a seconda del pantheon venerato dai propri antenati, nell’arco della sua carriera scolastica viene cresciuto con storie relative ai miti antichi e non nego che vederli tutti insieme fa un certo effetto. Zeus al fianco di Shiva, Odino al fianco di Anubi, molte sono state le mitologie sviscerate dai tre autori per presentare un parterre di personaggi variegato che potesse concedere interessanti spunti di riflessione. A farla da padroni, si intuisce dall’inizio vedendo Zeus presenziare il consiglio, sono le divinità di matrice occidentale, in particolare le divinità greche. Nell’elenco finale ben 9 su 13 provengono dalle antiche civiltà occidentali, con gli altri 4 suddivisi tra induismo, buddismo e shintoismo.

Un po’ più equilibrata è la suddivisione degli umani che dovranno affrontare le divinità creatrici. Ben quattro giapponesi, due cinesi e poi per il resto personaggi riconducibili alla storia o mitologia europea.

Record of Ragnarok

Foto di Peppe Inella

In Record of Ragnarok non sembra esserci la presenza di un vero e proprio protagonista. Anche se Brunhilde ha un ruolo di rilievo, nella scelta dei combattenti e nella preparazione della battaglia nell’arena, è ben lontana dall’essere la vera protagonista per il momento.

Il vero protagonista di Record of Ragnarok, come si capisce già dal primo volume, è la battaglia, la contrapposizione tra esseri umani e dei: il primo scontro tra divinità e umani è l’apice degli estremi, degli eccessi, della violenza e brutalità. Abbiamo di fronte dei guerrieri che vogliono solo il sangue e si arrenderanno solo una volta morti, più un nutrito gruppo di spettatori che attende di sapere l’esito dello scontro assistendo a degli incontri senza esclusioni di colpi. Da una parte l’opera procederà spedita su questi binari non trascurando però lo spazio dedicato alle sottotrame, e al background dei personaggi sia tra gli dei che tra gli uomini, non andando a sminuire però la spettacolarità dei combattimenti.

Tavola da Record of Ragnarok 1

Il fumetto nei primi capitoli può  trarre in inganno, parte come il più classico dei battle shōnen[1], volto principalmente al guilty pleasure, ma l’aspetto meraviglioso che realmente mi ha fatto riflettere e amare questo manga al punto da pensare possa  essere usato a livello didattico è che diventa propriamente un veicolo culturale, perché gli autori mentre i combattenti, letteralmente, si ammazzano di botte, fanno una backstory, e quindi vieni edotto, mentre sfogli il fumetto, sulla storia di Thor, di Lü Bu, di Ercole, di Adamo, di Zeus, di Poseidone, di Sasaki Kojirō, di Jack lo  squartatore, di Shiva, Raiden Tameememon e chi più ne ha più ne metta; e questo poi stuzzica il lettore fino a fargli pensare “ok, ma fammi controllare  se realmente la storia di Zeus è proprio questa” e la stessa cosa può capitare quando gli autori ci mostrano la backstory dei personaggi storici  come Jack lo squartatore.

Gli autori sono stati veramente bravi a fondere quella che è la realtà storica con la mitologia che ruota attorno a quello che si dice sul personaggio storico e a rimodellare questa storia per dare al lettore qualcosa di nuovo, qualcosa che probabilmente non ha mai letto; ad esempio, c’è questo scontro meraviglioso tra Sasaki Kojirō e Poseidone, e gli autori fanno questa backstory su come Sasaki Kojirō è diventato uno dei più grandi maestri della storia della scherma giapponese, rimodellando anche quello che poi è il duello leggendario con Miyamoto Musashi. Un capolavoro!

 

Record of Ragnarok

Foto di Peppe Inella

Personalmente non ricordo di aver mai letto un guilty pleasure così colto, perché gli autori giocano anche con le piccolezze, con le minuzie che se non si conoscono ovviamente non ci si fa caso, ma se le si conosce ci si rende conto che gli autori hanno fatto un lavoro certosino di ricerca e documentazione che fa allargare il cuore.

La figura dell’eroe accompagna di pari passo l’uomo durante tutta la sua storia: è lecito considerare eroi i protagonisti delle prime storie di uomini, come Gilgamesh. Ogni epoca, ogni cultura ha avuto i propri eroi come ci insegna Record of Ragnarok. I nostri attuali supereroi non sono nient’altro che una delle sconfinate interpretazioni e manipolazioni di queste figure arcaiche ed è estremamente curioso muoversi attraverso i loro universi potendone fare una comparazione.

C’è poi un’altra prospettiva su questi temi alla quale sono particolarmente affezionato. La lettura parallela fra il mito e l’epica classica e il fumetto offre l’occasione per pensare a un percorso didattico, che consente non solo l’approfondimento delle varie tematiche che ruota intorno alle due facce della stessa medaglia, ma anche di sperimentare un approccio stimolante allo studio: spingere cioè, come ho precedentemente detto, lo studente a interrogare le storie a non accontentarsi di leggerle. Portare il fumetto a scuola è una sfida senza dubbio complessa, poiché lo scenario base è di poca conoscenza e ostilità nei confronti della materia, considerata spesso puerile, sia da parte dei docenti sia da parte degli alunni. Personalmente però, credo offra un’enormità di stimoli, che spero di aver di aver saputo indicare con questo articolo.

La copertina di Record of Ragnarok 1, Star Comics ACTION n. 319, formato: 13×18 , colori , b/n, pagine: 208, prezzo € 5,90. Per i volumi 2 (ACTION n. 321) e 3 (ACTION n. 323) il numero delle pagine è rispettivamente di 192 e 208

[1] Gli shōnen (lett. “ragazzo”) sono una categoria di manga indirizzati principalmente a un pubblico maschile, che spazia dall’età scolastica fino alla maggiore età. La maggior parte degli shōnen appartiene a un sottogenere specifico, il battle Shōnen che si focalizza generalmente sui combattimenti, e la trama sviluppa in una serie di prove in cui i protagonisti vengono continuamente messi a dura prova. Le serie quindi ruotano intorno a un obiettivo principale che solitamente è un traguardo che il protagonista si è imposto di raggiungere, come ad esempio sconfiggere un nemico ritenuto imbattibile o diventare il più forte di tutti, che viene spesso raggiunto solo alla conclusione della storia. L’ambientazione tipica è un universo dedicato, con elementi magici e/o tecnologie fantascientifiche.

Si ringrazia Star Comics per le immagini delle tavole e della copertina del primo volume di Record of Ragnarok.

I volumi recensiti sono stati cortesemente forniti dalla casa editrice.

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