Rivestita da una fitta coltre verde di vegetazione, prevalentemente costituita da piante di gustosissimi pistacchi e distese di alberi di pino, l’isola di Egina, o Aeghina come la chiamano i greci, è situata nel cuore del Golfo Saronico a 40 minuti dal porto del Pireo, e con i suoi 87 km2 di estensione domina quel lembo di mare che separa la regione dell’Attica dal Peloponneso. Come quasi tutto quel che riguarda la Grecia, l’origine del suo nome è legato ad un evento mitico: la leggenda narra che Zeus, padre degli dei, si innamorò di una principessa, il cui nome era Egina appunto, e dalla loro relazione sarebbe nato Eaco, primo re dell’isola.
Nonostante sia collocata geograficamente in una posizione strategica, questa incantevole isola non risulta molto frequentata dai turisti. Tra le isole che formano l’Argosaronico è certamente la più diversa, poiché più simile alle abitudini cittadine della vicina Atene: forse si spiega così la numerosa presenza di ateniesi che, nel periodo estivo, per staccare la spina dalla routine quotidiana e per sfuggire all’afa opprimente della capitale, cercano ristoro tra le calette selvatiche, piccole e accoglienti, sparse qua e là. Con ciò non si vuole dire che l’isola non goda di una certa risonanza; anzi, è la prima tappa delle crociere giornaliere che portano i turisti in giro per visitare le isole che popolano il Golfo (nell’ordine Angistri, Poros e Hydra, senza dimenticare la più distante Spetses).
Ben lontana dall’essere invasa dai villeggianti occasionali del weekend, si può azzardare a definirla come una delle isole greche più veraci; qui, nella patria dei Mirmidoni, si trova la Grecia autentica, popolata da abitanti ospitali che non di rado trascorrono il loro tempo libero a sorseggiare un bicchiere di ouzo in uno dei numerosi bar del lungomare.
Mille e una ragione per visitare Egina.
Per visitare i numerosi villaggi di Egina e i siti archeologici, abbarbicati per lo più nelle montagne che dominano il cuore dell’isola, basta usufruire del servizio di autobus oppure noleggiare uno scooter; se si desidera invece visitare gli angoli più inesplorati e assaporarne le caratteristiche, sarà allora necessario spostarsi con un’automobile.
Tutte le principali spiagge sono facilmente raggiungibili e spesso sono parecchio affollate: la più frequentata è senza dubbio Agia Marina, a nord-est dell’isola, a soli 4 km dal Museo Archeologico; è il centro balneare per eccellenza e qui si possono trovare molte taverne dove gustare i piatti tipici della cucina greca e del buon pesce. A sud di Agia Marina si trova la spiaggia di Portes, un luogo incontaminato con pochi locali a deturparne la natura prevalentemente grezza.
Spostandosi ad ovest, partendo dalla chora a nord dell’isola abbiamo Karnagio, mentre nel centro-nord si trova Marathonas, la spiaggia più lunga di Egina; a sud, è imperdibile Perdika, dove le acque sono cristalline nonostante le numerose navi che attraccano quotidianamente. Non distante da Perdika con un battello si può raggiungere Moni, l’isola dei pavoni, un paradiso dal mare dall’intenso colore azzurro. Il panorama che fa da cornice è impressionante: mentre si è immersi in questa straordinaria piscina naturale si può ammirare il monte più alto dell’isola e il verde lussureggiante che rende unico lo scenario. Insomma, è un delitto perderlo!
Per gli amanti delle sagre: attorno alla metà di settembre gli abitanti di Egina festeggiano il prodotto più tipico dell’isola, il pistacchio, che nel 1996 ha ottenuto la denominazione di origine protetta. Le piante di pistacchio sono belle a vedersi, oltre che molto buone: si presentano in enormi grappoli somiglianti a grossi acini di uva. Il Fistiki Festival, grazie ad un ricco programma con danze popolari, concerti e mostre, celebra questo frutto eccezionale proponendo bancarelle stracolme di dolci, conserve, semi al naturale, liquori e persino gioielli a forma di pistacchio.
Tra i luoghi più amati di Egina, non troppo distante dal centro cittadino, mèta di turisti e fedeli devoti, c’è il Monastero di San Nettario, che sicuramente merita un’attenzione particolare. Fondata nel dicembre del 1973 e ultimata una ventina di anni dopo, la Chiesa, pur accogliendo le spoglie del Santo (1846-1920), ultimo tra quelli ortodossi, è dedicata alla Santissima Trinità. Ha una storia non comune: in epoca bizantina nel medesimo luogo era collocato un altro Monastero, dedicato alla Santa Madre e distrutto poi negli anni Trenta dell’Ottocento, quando ad Egina governavano i re bavaresi. San Nettario, nei primi anni del Novecento, decise di rimettere in piedi il monastero e di dedicarlo alla Santissima Trinità. La monumentalità dell’edificio conferisce al luogo una certa carica di sacralità, accentuata dal silenzio mistico e dalle decorazioni floreali, disposte ad arte, che lo adornano. Curiosità: la Chiesa è stata edificata grazie alle donazioni dei fedeli che hanno ricevuto una grazia dal Santo. Inoltre, se la si visita a ridosso delle festività, non è raro che offrano da mangiare e da bere.
E adesso parliamo un po’ di storia.
Il glorioso passato di Egina.
Secondo i rilevamenti archeologici, la storia di Egina inizia più o meno nel III millennio in un minuscolo centro situato a nord-est dell’isola, chiamato Capo Kolonna. Qui, oltre ad un villaggio risalente all’epoca neolitica, è stata rinvenuta una tomba a fossa di epoca micenea, appartenuta ad un guerriero. Si può anche ammirare l’antichissimo Tempio dedicato ad Apollo, di cui resta in piedi solo una colonna.
L’isola visse un momento di grande splendore tra il VI e il V secolo a.C., grazie alla presenza di un’imponente base navale, tra le più grandi di tutta la Grecia antica, e al controllo totale del commercio marittimo in tutta l’area del Golfo Saronico. Acerrima rivale di Atene, alla quale fu costretta a sottomettersi nel 459 a.C. ed entrare a far parte della Lega delio-attica, Egina fu la prima città greca a coniare moneta.
La ricchezza di Egina trova la sua sintesi nel magnifico Tempio di Atena Afaia, non lontano da Agia Marina. Questo magnifico edificio, originariamente dedicato ad una divinità di probabile origine cretese, Afaia, è stato ristrutturato attorno al 520-510 a.C. ed eretto in onore di Atena. Viene ricostruito in forme gigantesche ed è uno dei meglio conservati del mondo antico. Si tratta di un edificio di ordine dorico (6×12 colonne) che mostra le caratteristiche tipiche della tardo antichità; ha restituito dei magnifici frontoni in marmo pario, acquistati dai regnanti di Baviera negli anni Trenta dell’Ottocento e trasferiti al Museo di Monaco di Baviera, dove ancora oggi sono conservati.
Non lontano dal Tempio e dal Monastero di San Nettario si trova uno dei gioielli dell’isola, la città bizantina di Paleochora, letteralmente la “città vecchia”, punteggiata da una trentina di antiche cappelle. Gli scavi archeologici hanno identificato questo luogo come il primissimo centro abitativo dell’antica città di Egina, che era chiamata Oea: grazie ad una serie di antiche iscrizioni sparse nell’area, sappiamo che gli abitanti veneravano le statue aniconiche di Demetra e Persefone.
Attorno alla metà del IX secolo d.C. e fino al 1800 è attestata la presenza dell’insediamento bizantino. Ci si chiede il perché gli abitanti si arroccarono in un luogo di così difficile accessibilità. La risposta è molto meno complicata di quanto si creda: per ripararsi dalle scorribande dei pirati saraceni che insidiavano la città di Atene e le isole vicine. Questo tuttavia non le ha impedito di vivere momenti di grande tormento: la storia dell’isola di Egina è infatti profondamente legata ai periodi di occupazione dei Franchi, dei Veneziani e degli Ottomani.
Facendo una passeggiata nel suggestivo lungomare, impreziosito dai tanti edifici in stile neoclassico, si percepisce l’importanza di cui l’isola ha goduto anche nel recente passato. Subito dopo l’indipendenza nazionale dal dominio ottomano nella prima metà del XIX secolo, Egina ospitò per motivi di sicurezza il neoeletto governatore della Grecia, Ioannis Kapodistrias, e si mobilitò per dare ricovero ai rifugiati delle isole ribelli del Mare Egeo. Kapodistrias, fece costruire un orfanotrofio per ospitare e istruire i bambini orfani di guerra: quest’imponente opera architettonica è il più grande esempio del programma educativo che il Governatore aveva in mente per il popolo greco della modernità. Attualmente si trova sotto la competenza del Ministero della Cultura, che si è impegnato a ripristinarlo per istituire un Museo della Storia di Egina.
Altro edificio storico, ascrivibile sempre al periodo dell’indipendenza del 1821, è la Torre Markelos, costruito dal funzionario egiziano, e successivamente membro del Parlamento, Spyros Markelos. Secondo alcuni resoconti, la Torre potrebbe essere stata parte di fortificazioni destinate a proteggere il porto; altre fonti, invece, la indicano come luogo di ricovero per uomini facoltosi e politici famosi. Nel periodo compreso tra il 1828 e il 1829, quando la capitale dello Stato greco era stata trasferita ad Egina, la Torre Markelos fu utilizzata come alloggio per i Ministri del Governo. Appartenente al Comune dell’isola, attualmente l’edificio è la sede del Centro Culturale Ioannis Kapodistrias e dello Spyros Alexiou Center for Social Issues. La particolare location consente di ospitare anche mostre ed eventi artistici di vario genere.
Nei primi anni Trenta del Novecento Egina è stata anche il rifugio dello scrittore Nikos Kazantzakis, che qui trascorse gli anni della Seconda Guerra Mondiale; la sua casa vicina al faro, a Plakakia nella zona nord-ovest, non è però visitabile al pubblico. Pare che il “papà” di Zorbas il Greco amasse moltissimo l’isola, luogo nel quale da piccolo trascorreva le vacanze estive assieme alla sua famiglia, affascinato dai tramonti mozzafiato e dalla luce abbagliante che inondava le lunghe giornate.
Tutte le foto sono di Anestis Kornezos e Irene Kounadi. Tutti i diritti riservati.
Bibliografia:
- Storia dell’arte greca, A. Giuliano, Carocci, Roma 2017.
- Archeologia greca. Cultura, società, politica e produzione, E. Lippolis – G. Rocco, Mondadori, Milano 2011.
- Il mondo dell’arte greca, T. Holscher, Einaudi, Torino 2008.
- Storia greca, Linee di sviluppo dall’età micenea all’età romana, D. Musti, Editori Laterza, Roma 2006.
- La Grecia moderna. Una storia che inizia nel 1821, Th. M. Veremis – I. S. Koliopulos, Argo Editore, Lecce 2014.
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