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“Questo sito è una delle scoperte più spettacolari mai compiute nel Sud Italia”

Così il prof. Edward Bispham, dell’Università di Oxford, commentava la scoperta del Teatro/Tempio Romano di Pietravairano. Come dargli torto? Ci troviamo nell’alto casertano, più precisamente nell’area storico-geografica del Sannio, anticamente abitata dal popolo italico che a partire dal IV sec. a.C. entrò in contatto con Roma.

Il sito non è facilissimo da raggiungere, ma la vista di cui si gode arrivati in cima ripaga in pieno gli sforzi dei viandanti. Si parte da Pietravairano, il Castrum Petrae di costruzione normanna, un borgo medievale sito a 250 metri di altezza su uno sperone orientale del Monte Catrevola, dotato di un particolare assetto urbanistico a gradinata e sede di una bella fortificazione angioina. Superato il centro storico, si raggiunge verso est la piccola frazione di Sant’Eremo, dove inizia una simpatica scalata con vista panoramica che consente di raggiungere a piedi, in circa 20 minuti, il teatro-tempio romano. Quest’ultimo è situato a 410 metri di altezza, in un’area non nuova alle scoperte archeologiche, dove era difatti già presente una cinta muraria megalitica di età preromana.

Una scalata che proietta il nostro sguardo in un paesaggio mozzafiato sulla valle che fece da cornice alle vicissitudini di Sanniti, Sidicini, Romani e di chiunque altro percorresse le strade di collegamento fra Lazio, Campania, Molise e Puglia. A questo punto ci non resta che abbandonarci alla quiete della natura sulla cima del monte, grazie a una visuale a 360° su tutto l’alto casertano, che vede avvicendarsi i massicci profili dei monti e poi la dolcezza delle valli coltivate in geometrici appezzamenti, bagnati dal sinuoso corso del fiume Volturno. Sulla sommità del monte assisteremmo a dei veri e propri giochi di luce: questa cambia infatti repentinamente col trascorrere delle ore. Uno spettacolare tramonto ci sorprenderà, togliendoci il fiato. E mentre siamo seduti sulle gradinate della cavea del teatro, ci sembrerà che il tempo si sia fermato, e quasi di assistere estasiati agli attori che recitano.

Non c’è dubbio che dinanzi a questo particolarissimo prospetto, le domande iniziano ad accavallarsi in cerca di risposte che solo gli studiosi potranno fornirci ultimati loro studi e le loro ricerche.

Quello che sappiamo è che la scoperta del suddetto sito ha avuto inizio grazie ad un’illustre figura del nostro territorio, il dirigente scolastico Nicolino Lombardi, studioso di storia locale e appassionato di ultraleggeri. Come riportato dal cronista Enzo Garofalo, tutto ebbe inizio una mattina di febbraio del 2000, una di quelle mattine fredde, luminose e senza vento, ideali per volare e fotografare. Mentre volteggiava nei cieli di Pietravairano, lo sguardo di Lombardi cadde sul versante sud del monte Urlano, per osservare l’andamento di una cinta muraria megalitica, ma giunto in località San Nicola la sua attenzione fu attirata altrove: gli balzarono all’occhio i ruderi di quello che presto si sarebbe rivelato uno spettacolare teatro-tempio di epoca romana tardo-repubblicana, risalente al II-I sec. a.C.

Inizialmente, Lombardi non diede tuttavia molta importanza alla sua scoperta, convinto che i suddetti resti facessero parte di un edificio di età medievale. Ma dopo un’attenta osservazione notò che c’era qualcosa di diverso rispetto alle strutture medievali che era abituato ad osservare e studiare. Difatti, dopo un analisi del sito più approfondita dichiarò: “fu come vedere il tempio col colonnato ancora in piedi e il teatro con le gradinate colme di spettatori”.

I due elementi cardine del complesso, il tempio e il teatro, secondo gli archeologi sono frutto di un progetto unitario, concepito come tale fin dalle prime fasi di costruzione. Sono posti su due terrazze a quote differenti e ciò evidenzia ulteriormente le straordinarie doti degli architetti e degli operai romani nel costruire strutture imponenti anche in luoghi impervi e scoscesi come questo. Nella terrazza inferiore troviamo il teatro, del quale si conserva l’ampia cavea semicircolare che può contenere diverse centinaia di persone, ricavata lungo il pendio naturale sul modello dei teatri greci di cui troviamo significativi esempi nel Sud Italia, e la scaena, collocata lungo il margine meridionale della terrazza e munita di quattro contrafforti semicircolari.

Sulla terrazza superiore, invece, dei resti visibili e rilievi planimetrici hanno evidenziato la presenza di un tempio a pianta rettangolare, appartenente alla cosiddetta tipologia tuscanica, ovvero con uno spazio antistante (pronao) a quattro colonne (tetrastilo), che introduce a tre ambienti (cellae) riservati alle statue della divinità. Poco più a monte del tempio sono inoltre riemersi i resti di una torretta di avvistamento a pianta circolare, disposta su un basamento quadrangolare, la cui costruzione sembrerebbe dello stesso periodo del complesso tempio-teatro. Il ritrovamento di alcune sepolture, ricavate in alcuni spazi del complesso, ha permesso di datare l’abbandono della sua originaria funzione già al II sec. d.C. Malgrado ciò la frequentazione del luogo è continuata per altri scopi, anche in età medievale. La fruizione e la frequentazione del sito avviene tutt’oggi, spaziando dai convegni ai seminari, alle visite guidate che in concomitanza alle attività di scavo e restauro, hanno permesso di calare i riflettori sul patrimonio archeologico del complesso teatro/tempio di Monte San Nicola, senza però trascurare quello architettonico, storico-artistico e paesaggistico del borgo medievale di Pietravairano.

Pietravairano

L’evento culturale di punta, arrivato ormai alla sua decima edizioni, è senza dubbio “Il Teatro ritrovato”. Un evento che nasce per far conoscere e valorizzare il complesso archeologico del Monte San Nicola, che si è guadagnato anche il benestare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ed ha suscitato grande interesse sia negli addetti ai lavori che nei semplici appassionati di archeologia. L’ultimo atto che ora rimane da compiere per questo straordinario sito è dunque l’apertura ufficiale al pubblico, il giusto epilogo per un percorso arduo ma virtuoso, che ha tutte le carte in regola per diventare un modello applicabile in quei luoghi d’Italia che ancora hanno un prezioso passato da mostrare e da raccontare.

Tutte le foto del Teatro/Tempio di Pietravairano sono di Giuseppe Inella

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