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Anselm, di Wim Wenders
dal 30 aprile 2024 al cinema

Wim Wenders torna al cinema con l’omaggio ad Anselm Kiefer

Leggi qui la recensione di Alessandro Turillo (16 aprile 2024)
Leggi qui le informazioni ufficiali sul film

Anselm Kiefer

il poster del film

Scopri le sale che saranno in collegamento con Wim Wenders giovedì 2 maggio alle 21:00, per un proiezione speciale di Anselm.

Elenco in aggiornamento: https://www.luckyred.it/anselm_collegamento/


L’ambizione di un uomo può essere la fortuna di tutti. Il documentario Anselm, di Wim Wenders, segna un importante traguardo nella possibilità di mostrare con semplicità temi che ci riguardano da sempre: la memoria del mondo, il dolore della distruzione, la ricerca del nostro essere, l’assiduo lavoro per un futuro luminoso e lucente.

Da molti anni sappiamo per certo che quando gli incontri sono fruttuosi tre più tre fa sempre sette. Quando ho saputo che Wim Wenders avrebbe fatto un documentario su Anselm Kiefer, uno dei più importanti artisti europei del ‘900, ho immaginato che avrebbe potuto essere un’occasione importante per tutti di comprendere meglio la poetica di un artista che da più di quarant’anni dedica la sua vita al racconto di storie legate alla sua terra, la Germania, e al suo dolore, all’epoca nazista e ai decenni succcessivi.

Prima di entrare nel vivo del racconto che Wenders ha sviluppato sul suo conterraneo Kiefer, è necessario dire come mai la proiezione 3D, con versione originale sottotitolata, in questo contesto sia stata fondamentale per la narrazione del regista e per la visione del pubblico.

È la prima volta che partecipo ad una proiezione 3D, e la mia unica esperienza di questo genere risale ad Avatar di James Cameron 2009. In questo caso specifico la scelta di utilizzare il 3D incontra una consonanza tematica con il racconto che eleva la visione ad esperienza unica.

Ricordo che nel 2009 avevo trovato i visori più ingombranti, e che la proiezione se pur molto intensa mi aveva stancato notevolmente. La grande differenza nel vedere questo film o un film in 3D oggi è quella della disponibilità di occhiali molto leggeri, una resa di profondità assolutamente immersiva, e nessun fastidio né durante, né dopo la visione. Questo per quanto riguarda l’aspetto tecnico. Ma il fatto più evidente, di cui parlerò a breve, è che questa tecnologia incontra il bisogno dello spettatore di fare esperienza della matericità di Anselm Kiefer potenzialmente in tutti i suoi aspetti, ed è a sua volta un incentivo a ricercare successivamente un incontro dal vivo con le sue opere, che si tratti di quadri, o installazioni.

Oltre ad essere riconosciuto come uno dei grandi poeti del cinema del ‘900, Wim Wenders è da molto tempo apprezzato per la sua capacità di trasmettere in modo semplice l’esperienza dell’arte attraverso un documentario. Ricordo qui brevemente le grandi esperienze che precedono la produzione di Anselm: Il sale della terra (2014), sul fotografo J. R. Salgado, Pina (2011) sulla ballerina e coreografa Pina Bausch, Buena Vista Social Club (1999) sul leggendario club di musicisti cubani.

Con Anselm tutte le esperienze precedenti confluiscono oggi in una narrazione che mostra risvolti quasi michelangioleschi, nella misura in cui la matericità dell’arte di Kiefer viene portata allo spettatore in modo quasi fisico, senza però perdere nulla dello slancio poetico che ha impresso alle sue opere.

Il documentario – ma sarebbe meglio dire l’esperienza poetica – tratta dell’opera di Anselm Kiefer, pittore e scultore tedesco nato in Germania l’otto marzo del 1945, esattamente due mesi prima dell’otto maggio del ’45, momento della resa tedesca. Kiefer riceve molto presto un riconoscimento come abile disegnatore, vince un premio che gli permetterà di ripercorrere le tappe salienti dell’opera di Van Gogh in Europa, fino a giungere ad Arles, luogo dell’anima del pittore olandese. Allievo stimato di Joseph Beuys, il più noto artista contemporaneo tedesco del ‘900, per la sua poetica anticonvenzionale e utopista, comincia una sua ricerca pittorica che sfocerà velocemente anche nella creazione di installazioni che daranno corpo alla costruzione di residenze d’artista, in cui Anselm lavorerà. Questo gli permetterà di creare – oltre che le sue opere monumentali, che si tratti di quadri o sculture – di dare anche forma alla sua poetica visiva, lavorando attivamente su vasti territori, appezzamenti di terra, dove opererà alla creazione di immense strutture edili, che saranno al contempo residenze d’artista, e messa in forma della sua poetica.

Come ho cercato di dire fin dall’inizio, l’enorme bisogno espressivo di Anselm è un’occasione per chiunque ne abbia l’interesse di avvicinarsi a temi che fondano la nostra esistenza in quanto Europei, e abitanti di questo pianeta: una costante domanda sulle responsabilità delle nostre azioni sbagliate e che furono causa di orrore, nel caso specifico della Germania, un’interrogazione attiva sulla memoria del nazismo, che al tempo di Kiefer nella sua patria, era un tabù.

Sintomatica di questa incessante dialettica tra Anselm e i fantasmi del suo tempo è il momento in cui si rievoca l’incontro tra Martin Heidegger, il filosofo che fu simpatizzante del nazismo e Paul Celan, un poeta ebreo sfuggito allo sterminio. In quell’unica occasione in cui i due trattarono vari temi legati all’esistenza, il filosofo non pronunciò parola, né sul nazismo, né sulle sue posizioni passate.
In realtà l’atteggiamento di Heidegger fu lo stesso di gran parte dei tedeschi, che non riuscivano a guardare a quanto accaduto solo vent’anni prima. La schiettezza di Kiefer rispetto a questo tema fa di lui un aspirante Socrate della sua epoca, e mostra quanto l’arte abbia una possibilità espressiva che esorbita la pura estetica. I galleristi americani, a differenza della Germania che fu in un primo periodo molto critica, compresero subito invece il cambiamento che l’artista stava sollecitando.
Nella fase successiva della sua opera, l’artista rivaluta tutto il patrimonio poetico artistico che il nazismo aveva derubato e manipolato a suo uso.
Successivamente, Anselm approfondisce le narrazioni del mito per declinare i temi precedenti della sua produzione, alla luce di una visione più universale e meno legata alla storia tedesca.

Legno, terra, pittura, cemento, grazia dei vestiti femminili, parola poetica, fuoco, acqua, metallo, e tanto altro sono la materia con cui Kiefer da forma al sua sentire, merito del lavoro di Wenders, come già in tutti i suoi precedenti documentari sull’arte, è la valorizzazione spirituale dell’opera dell’artista, e l’insolita capacità di dare voce al non detto etereo della sua poetica.

Wenders oltre ad aver creato un’opera bella e ricca di significato ha saputo accompagnare lo spettatore nell’oscuro dell’opera di Kiefer, dentro le sue storie, con soluzioni visive tutte rivolte a dare corpo e profondità ad un sentire che altrimenti sarebbe accessibile solo dopo una grande ricerca e fruizione di tutto l’insieme dell’opera dell’artista.

La mia passione per l’arte mi ha fatto incontrare molti lavori cinematografici che hanno come finalità quella di avvicinare pubblico e opere: il risultato di questo lavoro di Wenders si manifesta come una felice epifania in un contesto contemporaneo dove le immagini sono qualcosa di presente e sfuggente al tempo stesso, e come sottolinea Kiefer stesso, s’insegue una leggerezza dell’anima, forse proprio per dimenticare un po’ il peso dell’esistenza.

L’esistenza di questo documentario rimane al di là di chi sarà interessato a vederlo, una testimonianza viva e presente di una parte di storia dell’umanità, che attende sempre e con pazienza di essere, presto o tardi, riconosciuta da tutti.


La Storia

Dopo il grande successo di Perfect Days, Wim Wenders torna al cinema con l’omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo.

Presentato al Festival di Cannes tra le proiezioni speciali, questa esperienza cinematografica unica consente al pubblico di immergersi nel lavoro e nel percorso di vita dell’artista.

Girato in 3D e risoluzione 6K, il film racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia.

Wenders realizza un’esperienza cinematografica unica, che mette in luce il linguaggio di Kiefer, fortemente influenzato dalla poesia, la letteratura, la filosofia, la scienza, la mitologia e la religione.  Per oltre due anni, il regista è tornato sulle tracce di Kiefer partendo dalla nativa Germania fino alla sua attuale casa in Francia, ripercorrendo le tappe di un viaggio dietro le quinte della sua arte.

Un nuovo incredibile ritratto d’artista dopo il lavoro fatto su Sebastião Salgado ne Il sale della Terra, Pina Bausch in Pina e Buena vista social club.

Cast
Anselm Kiefer
Daniel Kiefer
Anton Wenders

Titolo Originale Anselm
Regia Wim Wenders
Nazione Germaia
Anno 2024

Comunicazioni ufficiali, video e immagini da Lucky Red. Aggiornato il 3 e il 30 aprile 2024.

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