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Lo Schiaccianoci è un grande classico del balletto. Arie fiabesche, musiche incantate e ballerini che conquistano la scena con grazia e leggerezza. Se a fare da sfondo poi è il palco del Teatro San Carlo di Napoli, le emozioni si amplificano al massimo.

Il balletto, un classico del periodo natalizio, è musicato dal compositore russo Pëtr Il’ič Čajkovskij, il quale seguì dettagliatamente le indicazioni del coreografo Petipa e quelle del suo successore Ivanov per perfezionarlo al meglio. La storia è tratta dal racconto di E. T. A. Hoffman “Lo schiaccianoci e il re dei topi”, nella versione meno cruenta curata da Alexandre Dumas padre “Storia di uno schiaccianoci” (1845) e il balletto venne commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij.

Il compositore russo musicò il balletto tra il 1981 e il 1892, mentre la messa in scena avvenne il 18 dicembre 1892 presso il teatro Mariinskij di San Pietroburgo con la direzione del compositore Italiano Riccardo Drigo e la coreografia del ballerino russo Lev Ivanov. Questa edizione tuttavia non ebbe il successo sperato e fu un vero e proprio flop. Tra gli interpreti l’italiana Antonietta Dell’Era nel ruolo della Fata Confetto, Pavel Gerdt. Olga preobrajenska e Nicolaj Legat. Il ruolo della piccola Clara fu interpretato da un’allieva della scuola di ballo del Teatro Mariinskij. La suite dello Schiaccianoci, realizzata nell’agosto del 1892, fu un vero e proprio successo e venne lanciata come anteprima della prossima rappresentazione quando ancora non era stata realizzata l’orchestrazione integrale del balletto. Inutile dirlo che fu un trionfo. Fu diretta personalmente da
Ciajkovskij a San Pietroburgo il 7 marzo 1892.

Novità dell’opera è uno strumento che venne visto dal compositore russo a Parigi: la celeste che aggiunse in alcuni passaggi del secondo atto: Scene iniziali, Danza della Fata confetto e Apoteosi con associazione al personaggio della Fata.

La coreografia proposta nella Stagione 2018/19 al teatro San Carlo è quella firmata da Giuseppe Picone.  “La mia versione de Lo Schiaccianoci creata nel 2016 per il Teatro Massimo di Palermo ed ulteriormente arricchita per il San Carlo è immersa in una dimensione magica e fiabesca. Per accentuare l’atmosfera da sogno di questo splendido balletto, ho voluto inserire altri elementi, sempre ideati da Nicola Rubertelli, all’interno della scenografia: un nuovo albero di Natale, una nuvola che fa volare lo Schiaccianoci nel mondo della Fata Confetto e pannelli scenici per le danze di carattere. La coreografia si distacca dalle innumerevoli versioni del titolo che ho danzato nel corso della mia carriera. Qui, ho voluto segnare un netto contrasto tra la realtà di Clara e il suo mondo fantastico animato dalla Fata Confetto separando i due ruoli per cui ho scelto due diverse interpreti”, conclude il coreografo napoletano.  Classico senza tempo, per il grande coreografo George Balanchine, Lo Schiaccianoci “è uno dei bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro: ha un incanto perenne, che non dura soltanto i giorni di Natale, ma tutto l’anno”.

è la vigilia di Natale è il signor Stahlbaum, in Germania, allestisce una festa per gli amici e le loro famiglie. In attesa della mezzanotte e dell’apertura dei regali, i bambini vengono intrattenuti con spettacoli di magia e illusionismo dal signor Drosselmeyer, zio di Clkara e Fritz, nonostante la paura iniziale per i giochi di prestigio. Alla nipote prediletta, lo zio regala uno schiaccianoci a forma di soldatino che viene rotto per dispetto dal fratello della ragazza. Ma lo zio, lo ripara per la gioia di Clara. Finite le danze e andati via gli ospiti della serata, la famiglia si ritira per la notte e la ragazza, stanca, si addormenta sul letto e comincia a sognare.
È scoccata la mezzanotte e tutto intorno a lei comincia ad animarsi. La sala, l’albero di Natale, i giocattoli e soprattutto topi che invadono la stanza e cominciano a rubarle i giocattoli tra cui Lo Schiaccianoci. Clara, spaventata, tenta di cacciarli, ma accade che anche i soldatini di Fritz e lo schiaccianoci si animano e partecipano alla battaglia contro l’esercito di topi. Il duello finale è tra il soldatino e il re topo. Clara per salvare il suo schiaccianoci prende la scarpetta e la lancia addosso al re topo per distrarlo mentre il soldato lo uccide. Ed ecco che come per magia lo Schiaccianoci si trasforma in principe e porta Clara in una foresta innevata. Il primo atto si conclude con lo splendido Valzer dei Fiocchi di neve.

Inizia il secondo atto. i due giovani entrano nel Regno dei Dolci dove ad attenderli nel suo palazzo reale ci sarà la Fata confetto che si farà raccontare dallo Schiaccianoci le sue avventure e la battaglia contro il Re Topo. Subito dopo, il Palazzo si esibisce in magnifiche danze che compongono il Divertissement più famoso e conosciuto delle musiche di Caikovskij di cui fa parte anche il famosissimo Valzer dei Fiori.

Anche la Fata confetto e il principe si esibiscono in uno splendido Pas de deux, dove nella Variazione II della Fata si riconosce la celeste.

Il balletto si conclude con un ultimo Valzer e il sogno finisce. Clara è nella sua stanza, si fa giorno e ripensa alla notte trascorsa mentre abbraccia il suo Schiaccianoci.

Una curiosità. Il nome di Clara compare nella versione originale tedesca. In un secolo di balletto il nome è stato cambiato più volte in Marikhen, Mary e poi Masha in Russia dopo lo scoppio della prima guerra mondiale per motivi patriottici.

Info spettacolo: http://www.teatrosancarlo.it/it/spettacoli/lo-schiccianoci-2018-2019.html

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