IN CLIMA DI CAMBIAMENTO Sfide climatiche nelle Aree Protette: strategie e pratiche di adattamento – PRESENTAZIONE DEL PIANO DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI DELLE CINQUE TERRE E DELLE LINEE GUIDA PER I PARCHI – nell’ambito del progetto Stonewallsforlife: https://stonewalls4life.eu/
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commento a cura di Alessandro Turillo
IL CLIMA IN CAMBIAMENTO
Il cambiamento caratterizza la vita degli uomini è qualcosa di talmente radicato dentro l’esistenza che si fatica coglierne tutti gli aspetti. Per lo più ognuno a suo modo si confronta con questa realtà.
Quello che sta avvenendo a livello climatico è qualcosa di sempre più visibile, grazie alle nuove tecnologie, e a causa degli eventi che esorbitano ciò che per noi era fino a dieci anni fa il quotidiano. Nonostante le pretese delle società tecnologiche di controllare il mondo, oggi ci troviamo sempre più in difficoltà a gestire i frutti del nostro desiderio di futuro.
Quello di cui parleremo è un progetto di grande importanza territoriale, che diventa ogni giorno di più una linea di demarcazione tra resistenze, proclami nel vento e un modo di operare consapevole e responsabile.
Al centro di tutto questo il Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Si tratta di una realtà italiana che negli ultimi anni è diventata esempio da seguire per altri territori nazionali segnati dall’erosione causata da cambiamenti sempre meno gestibili.
Oggi, presso la libreria Spazio 7 di Roma si è tenuta una giornata dedicata al “Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici delle Cinque Terre e delle Linee Guida per i Parchi”.
- Foto di Alessandro Turillo
- Foto di Alessandro Turillo
- Foto di Alessandro Turillo
Presente nella bella sala del secondo piano della libreria, insieme a tutti i relatori della giornata, Claudio Barbero, sottosegretario di Stato del MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica), venuto ad ascoltare e dialogare su un tema che ormai è sempre più presente nella mente di molti italiani che tutti i giorni sentono viva, la morsa del cambiamento climatico sui loro territori.
Sotto i riflettori il Parco delle Cinque Terre e il progetto StoneWallsForLife, che apre all’internazionalità di un’esigenza che oggi è sempre più europea: il mantenimento delle preziose biodiversità e delle popolazioni li abitano. Si tratta di molti luoghi che, a mio avviso, sarebbero da ritenere sacri sia nella loro storia, sia nel portato simbolico che rappresentano per i turisti e soprattutto per gli abitanti del luogo. La memoria di tutto questo a volte sembra svanire dentro al caos di un presente mobilitato su troppi fronti.
Il piano di StoneWallsForLife è fortunatamente ambizioso e guarda senza timore verso il 2050, con una serie di tappe intermedie e con una pragmaticità che lo differenzia da tanti suoi predecessori che non sono riusciti a radicarsi né a livello progettuale, né sul piano fattuale, nella ripresa di un luogo tanto bello quanto ostico.
I muri a secco, che sono la perla di un progetto che si articola in maniera complessa sul parco, rappresentano nella loro storia una sorta di grande sintesi di tutto il lavoro che in questi anni è stato svolto e che prosegue costantemente verso il futuro.
Chi frequenta le Cinque Terre lo sa, i terrazzamenti con i muri a secco sono il metodo che l’uomo per molto tempo ha adottato in quelle zone per dar vita alle coltivazioni. La narrazione di questa tecnica sfiora il tempo del mito: basti pensare che i primi terrazzamenti in queste zone risalgano all’incirca all’anno mille, alle soglie del basso medio evo.
Nel secondo dopo guerra vi fu un generale abbandono delle attività agricole, lo spopolamento delle campagne, a favore del lavoro nelle grandi città. Il territorio ha cominciato a subire l’erosione del tempo e il crescendo di eventi climatici che oggi tutti riconosciamo come fuori misura rispetto a soli dieci anni fa.
Frane, terreni incolti da troppo tempo, la conseguente perdita di fruttuosità, lo stato di abbandono hanno alzato sempre più intensamente il grido di un intero territorio. Come se non bastasse, il paradosso di un turismo di massa ha incrementato le difficoltà già presenti.
Questa parte d’Italia è un accento di bellezza sullo stivale, e se le Cinque Terre sono inserite nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1997 quale paesaggio culturale, dal 30 Novembre 2018 vi è stato l’inserimento delle tecniche costruttive dei muri a secco (candidatura internazionale) nelle liste del patrimonio immateriale.
Parliamo di un gioiello che fino a prima del progetto di StoneWallsForLife rischiava di frantumarsi sotto i colpi del tempo e dell’abbandono.
Nelle volte dello spazio sette di Roma, affrescaste nel XVII secolo da Giacinto e Ludovico Gimignani, il grido delle Cinque Terre è tornato ad essere un canto d’arte e umanità degno del suo appellativo più pregiato: “Parco dell’Uomo”.
Il progetto StoneWallsForLife ha reso metafora viva un luogo dove natura, scienza, collaborazione multidisciplinare, lavoro di squadra, e rispetto della storia danno vita a luoghi abitati dalle radici dell’essere italiani.
La presentazione del “Piano di adattamento ai cambiamenti climatici” ha visto una fitta rete di relazioni tecniche caratterizzata da quella capacità di sintesi che possiedono solo i veri esperti della materia.
Il lavoro che vediamo oggi è passato attraverso molteplici complessità senza mai smettere – neppure di fronte al COVID-19 – di mantenere degli standard di cura e attenzione per il proprio operare, questo è quanto ci ricorda Donatella Bianchi (già Presidente di WWF Italia e Parco Nazionale delle Cinque Terre) nel suo intervento che saggia la capacità prospettica dell’intero arco del progetto.
La prima parte dei lavori della giornata prosegue sempre con una comunicazione efficace, sulle svariate collaborazioni messe in atto per questo “Piano di adattamento”. Dopo tutti questi anni di lavoro è chiaro che il progetto StoneWallsForLife abbia esorbitato l’abito del parco per diventare guida di tutti i progetti che intendono portare avanti un lavoro di vera ripresa dei propri territori.
Non a caso erano presenti alla giornata e in vivo scambio dialettico Stefano Donati (Direttore del Parco nazionale del Circeo), Mauro Durbano (Presidente Parco Nazionale Gran Paradiso), Pietro Genovesi (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA), Giuseppe Luzzi (Presidente Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese), Luciano Sammarone (Direttore Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise), Patrizio Scarpellini (Direttore Parco Nazionale Cinque Terre), Marco Visconti (Commissario Straordinario RomaNatura).
L’introduzione di Lorenzo Viviani (Presidente Parco Nazionale Cinque Terre) accompagnata anche da un corposo video di Matteo Poddie per FullSwing srl (https://youtu.be/2lRiTqf_93o), sottolinea quanto il dialogo, lo scambio e il lavoro congiunto con le molteplici realtà del territorio sia stata fondamentale, in un luogo dove all’inizio dei lavori a volte era difficile trovare, tra i più di mille proprietari, i nomi di alcuni di loro e i corrispondenti piccoli terrazzamenti.
È davvero difficile per me trasmettere qui l’enorme complessità che si stratifica nel lavoro di tanti anni, ma quello che credo sia da ricordare è che il risultato è quello di un’opera viva.
I muri a secco hanno un’architettura e un’ingegneria che è fatta di natura e sapienze secolari, in più la scienza contemporanea ha integrato, senza alterarne gli equilibri, le nuove conoscenze che servono a rendere ancora più solida questa struttura.
Per chi arriva oggi alle Cinque Terre lo spettacolo dei terrazzamenti è di una bellezza mozzafiato, ma quello che la giornata di oggi ha proposto è stato il dettaglio di quanto è stato fatto.
Ad esempio con le nuove ricerche si è potuto dimostrare il ruolo fondamentale che svolge l’inclinazione del terrazzamento nel deflusso dell’acqua (che è un fattore protettivo rispetto all’erosione), e quanto questo, ci dice Emanuele Raso, sia di maggior impatto rispetto ad un terrazzamento piano. Qui come in molti altri casi vediamo all’opera tradizione e innovazione in un equilibrio ottimale.
Francesco Marchese ci sensibilizza invece ad una maggiore attenzione rispetto ad un fenomeno che è esso stesso metafora della nostra nazione: il tema dei microclimi rilevabili in un medesimo territorio. Si tratta di storie di ricerca e scienza che sfiorano la poesia dell’esistere.
Legambiente, rappresentata oggi dal suo Direttore generale Giorgio Zampetti, è partner di questa impresa che ha dell’incredibile, ed è lui a sottolineare, come molti altri nella giornata, che questo progetto mostra come l’uomo possa essere la soluzione in risposta alle difficoltà che insorgono.
Proseguono in un crescendo di illustrazioni tecniche, Stefano Raimondi (Responsabile nazionale biodiversità Legambiente) e Giuliana Galluccio della Fondazione CMCC (Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) che lascia anche spazio ad una riflessione sulla trasversalità necessaria quando scienza e società hanno bisogno di dialogare per ottenere un risultato di questo tipo.
Una giornata all’insegna di considerazioni, progetti e sguardi che hanno cura del proprio territorio con un amore fatto di conoscenza, scambio, e necessità di opere vive.
Tutto questo con una risonanza che oggi grazie alla partecipazione di molti dei presidenti degli altri preziosi parchi italiani, sembra ambire ad una vera rivoluzione nella nostra capacità di guardare al territorio con piena responsabilità.
Non progetti fatti di proclami, ma un impegno e una maestria che dovrebbero a mio avviso ricevere la più grande attenzione di tutti, almeno qui in Italia, perché nel loro operare sono metafora dell’essenza nazionale: l’applicazione della nostra arte ad un territorio che nel mondo è meta da sogno, ma che per noi è viva necessità di convivenza tra pericoli, sfide, e bellezze infinite.
Roma, 27 marzo 2025. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre e Legambiente hanno presentato oggi presso la libreria Spazio Sette il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici per l’area protetta e le Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Parchi.
Ad aprire l’incontro Lorenzo Viviani, Presidente Parco Nazionale Cinque Terre, acui sono seguiti i saluti istituzionali e introduttivi di Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente, Claudio Barbaro, sottosegretario di Stato – MASE e Donatella Bianchi, già Presidente WWF Italia e Parco Nazionale Cinque Terre.
A seguire sono intervenuti Francesco Marchese e Emanuele Raso del Parco Nazionale Cinque Terre che hanno presentato il progetto europeo Stonewallsforlife, Gi
Gli interventi hanno evidenziato l’importanza del Piano e delle Linee Guida, entrambi realizzati nell’ambito del progetto europeo StonewallsforLifefinan
Il Piano di Adattamento Climatico nasce dall’esigenza di fornire strumenti operativi e strategie di gestione che consentano di mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Attraverso un approccio scientifico e partecipato, il documento definisce un quadro di azioni mirate, basate su soluzioni fondate sulla natura (nature-based solutions
Uno degli elementi cardine del Piano è il recupero e la manutenzione dei tradizionali muri a secco, strutture essenziali per la stabilità idrogeologica e per la conservazione del paesaggio agrario storico. La valorizzazione e il ripristino di queste opere rappresentano una risposta efficace e sostenibile agli effetti erosivi e al rischio di dissesto idrogeologico, oltre a contribuire alla salvaguardia della biodiversità locale.
Nella seconda parte della mattinata Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette Legambiente, ha coordinato gli interventi sul tema “Le sfide climatiche per le aree protette e le comunità locali”. All’incontro hanno partecipato Piero Genovesi, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Mauro Durbano, Presidente Parco Nazionale Gran Paradiso, Giuseppe Luzzi, Presidente Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, Patrizio Scarpellini, Direttore Parco Nazionale Cinque Terre, Luciano Sommarone, Direttore Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Marco Visconti, Commissario Straordinario RomaNatura, Stefano Donati, Direttore Parco nazionale del Circeo.
«Gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più violenti sono ormai tangibili e anche il nostro Paese, tra i più esposti del continente europeo, dovrà affrontare questa emergenza insieme alle conseguenze che provoca sulla perdita di biodiversità – ha dichiarato Giorgio Zampetti Direttore Generale di Legambiente – Per questa ragione il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Parco nazionale delle Cinque Terre, il primo di questo tipo in Italia, e le Linee guida redatte per i parchi sono strumenti di analisi e applicativi utili a contrastare la crisi climatica e limitarne gli effetti sulla natura protetta».
Patrizio Scarpellini, direttore Parco Nazionale delle Cinque Terre ha spiegato l’importanza di un’area protetta nell’ambito delle strategie di adattamento: «il Parco svolge un ruolo attivo nella conservazione e valorizzazione del paesaggio agrario, attraverso attività di sostegno all’agricoltura, studi e monitoraggi finalizzati a garantire la gestione sostenibile dei terrazzamenti e delle coltivazioni tradizionali. E il Piano avrà l’obiettivo non solo di contrastare l’abbandono del territorio, ma anche di favorire la continuità delle comunità l
ocali, mantenendo vivo il legame tra uomo e ambiente e assicurando la trasmissione delle conoscenze e delle pratiche agricole tradizionali alle future generazioni». «Il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici segna un momento decisivo per la tutela e la valorizzazione del nostro territorio – conclude il Lorenzo Viviani, Presidente Parco nazionale delle Cinque Terre – Le Cinque Terre non sono solo un paesaggio da preservare, ma un ecosistema vivo, in cui l’uomo e la natura convivono in un equilibrio dinamico. Qui, la salvaguardia ambientale non passa dall’esclusione dell’uomo, ma dal suo coinvolgimento attivo: sono gli agricoltori, i pescatori, le comunità locali a custodire da secoli il fragile equilibrio di questi luoghi, rendendoli resilienti di fronte alle sfide del futuro. Progetti come Stonewallsforlife dimostr
ano che i saperi tradizionali non appartengono al passato, ma rappresentano una chiave per affrontare il cambiamento climatico con soluzioni concrete e sostenibili. Il nostro impegno è trasformare il Parco delle Cinque Terre in un laboratorio di innovazione ambientale, dove ricerca scientifica e tradizione si fondano in un nuovo approccio pragmatico alla tutela del territorio. Con la presentazione del Piano e delle Linee Guida per l’adattamento climatico nei Parchi, poniamo le basi per un modello in cui l’uomo non è il problema, ma la soluzione. Solo attraverso un’azione collettiva e una visione condivisa possiamo garantire che questo patrimonio unico resti vivo, produttivo e protetto per le generazioni future».
La presentazione di oggi in diretta streaming sul canale YouTube di Legambiente
Testi, video e foto dalla Comunicazione | Ufficio Stampa Stonewallsforlife