Leggi colline del Piemonte, Langhe oppure Roero, e i pensieri si popolano senza sforzi di vigne blasonate, calici di rossi strutturati e avvolgenti, tartufo, buon vivere.
Una cartolina che ha tutti i tratti di un’ottima etichetta di prodotto, di un’oleografia d’altri tempi in cui ogni cosa è al suo posto, in una perfezione che lascia un senso di distanza, persino diffidenza.
Ma per chi ha voglia di scartare la confezione, curiosare dentro lo specchio come Alice, e percorrerlo, quel territorio, ci sono racconti infiniti e profondi da guardare e ascoltare.
Il Roero, in particolare, è attraversato da una rete di percorsi e sentieri che permette di calarsi nelle pieghe più autentiche di un paesaggio che crediamo di conoscere.
Mettere i piedi su un tracciato come il Sentiero del Tasso significa, letteralmente, misurare a passo d’uomo i millenni. Quelli lontanissimi in cui il mare ha lasciato qui le conchiglie che fanno capolino dalle zolle. Quelli che hanno modellato le colline in un continuo dialogo tra l’uomo e la vite, che qui si coltivava anche prima dell’anno zero.
Paesaggi mozzafiato, un ambiente che non ha perso la sua autenticità e la sua biodiversità. Sono così tante le storie che si intrecciano lungo il cammino, tra una salita e un vigneto, un bosco e un frutteto, che persino l’escursionista più attento rischia di passarci accanto senza poterle cogliere.
Sono storie custodite dalla natura e da chi nella natura vive e lavora, come i viticoltori. Gente spesso di poche parole, ma che tramanda quasi in segreto conoscenze secolari e allo stesso tempo si ingegna nel perfezionare tecniche e approcci d’avanguardia, per migliorare la qualità del prodotto, del lavoro, del rapporto con l’ambiente.
Proprio dal dialogo con queste persone, dalla naturalezza con cui tengono in equilibrio saperi ancestrali e innovazione, è nata l’idea di provare a far parlare il territorio e i percorsi che lo attraversano.
Di farlo attraverso uno strumento che rendesse possibile espandere l’esperienza del territorio, non diminuirla. Tutte le volte in cui viene offerto un supporto di tipo informativo o didattico alle nostre esperienze, si tratti di percorsi nella natura o della visita a un’area archeologica, questi si accaparrano la gran parte della nostra attenzione, che viene così dirottata e distolta da ciò con cui dovremmo invece entrare in contatto.
Realtà aumentata da ascoltare: leggera e sostenibile
Con realtà aumentata si intende qualunque tecnologia che sia in grado di aggiungere informazioni alla scena reale. Aggiungere può voler dire arricchire, ma anche appesantire, ingombrare, offuscare.
L’esperienza di un sound walk consente di mettere insieme accessibilità, arricchimento e massima libertà.
Si tratta, in pratica, di sfruttare la possibilità di attivare dei suoni attraverso l’input della posizione nello spazio di un device, come uno smartphone o un tablet. A chi percorre un sentiero come quello del Tasso (ma potrebbe trattarsi di un’area archeologica come di un borgo) non serve null’altro che il proprio telefono, magari un paio di auricolari.
Non serve (per fortuna) neppure tenere in mano il cellulare: basterà che sia in tasca, acceso. E non serve avere campo, perché l’intero percorso può essere scaricato in anticipo, in un punto dove ci sia rete.
L’applicazione Echoes mette a disposizione, in maniera gratuita, la tecnologia che rende possibile costruire e fruire questo tipo di esperienze. Si tratta di un progetto nato nel 2013 per un’esigenza specifica, che i suoi ideatori hanno deciso di aprire a tutti. Negli anni intorno a quest’idea si è creata una comunità su scala globale e grazie all’applicazione sono stati realizzati percorsi in collaborazione con musei, festival di cinema e di arte, eventi di musica o di sport, istituzioni ed enti che si occupano di divulgazione.
Echoes ha un’altra caratteristica davvero distintiva: non permette di ascoltare un contenuto se non nello spazio per cui è stato pensato. Si tratta, insomma, di una vera e propria installazione sonora.
O di una magia. Perché proprio per magia, come in fiaba, si possono tenere le mani in tasca e lo sguardo lontano; intanto, lo spazio intorno rumoreggia. Sussurra, racconta, suggerisce; si popola di voci. O musica. O versi.
Suoni che vengono da vicino o da un remotissimo passato. Che ti portano più dentro all’esperienza che stai vivendo, senza schermi che si frappongono, senza ingombranti visori.
Patrunet e il sentiero del Tasso
L’alleanza tra i produttori e il territorio è un continuo equilibrio da ridefinire. Tanto la terra, soprattutto nel Roero, può essere dura, faticosa e avara, tanto nel tempo gli agricoltori, e i vignaioli in questo caso, sono stati aggressivi e predatori.
Oggi però si sta facendo strada l’idea che sia proficuo trovare un’alleanza fatta di conoscenza, cura e rispetto. Almeno ne sono convinti Claudio e Monica, che cercano di trovare una possibile armonia tra la tutela dei vigneti, tramandati fino a loro da diverse generazioni, la prosperità della loro famiglia e quella di tutte le famiglie che abitano vicino o dentro ai loro vigneti: quelle delle api, dei caprioli o dei tassi, per fare qualche esempio.
L’equilibrio tra il patrimonio di storie ed esperienze che la vita nelle vigne permette di accumulare e la sempre più intensa frequentazione dei sentieri tra i vigneti come luogo in cui si praticano sport, come il trekking e il cicloturismo.
Quando hanno deciso di raccontare sul web quel pezzo così importante della loro vita che è la cantina, il vino, il loro modo di stare nel territorio hanno pensato che sarebbe stato impossibile farlo senza che le persone trovassero il modo di fare vera esperienza di quel territorio.
Perché anche un calice di vino è, a modo suo, site specific: tanto è improbabile apprezzare la complessa ruvidità di un Roero rosso senza aver visto le rocche, la fresca sapidità di una Favorita senza aver osservato fossili di conchiglie emergere dalle zolle, che millenni fa erano un fondale marino.
Offrire a chi visita il loro angolo di Roero l’esperienza del Sound Walk sul Sentiero del Tasso è stato per loro naturale come il gesto di stappare una bottiglia, affettare un po’ di pane e salame. Per realizzarlo hanno condiviso storie delle vigne di oggi, delle sfide che si trova ad affrontare chi cerca di far fruttare gli antichi terreni con una sensibilità contemporanea verso l’ambiente e la sua tutela. Così come storie di tempi che oggi paiono incredibilmente lontani ma in cui stanno le radici del saper fare viticoltura.
Si incrociano con le loro voci i rumori di un ambiente tra i più ricchi del Piemonte per biodiversità, colline che sono state mare ma anche foresta primordiale, in cui pascolavano i mastodonti (giganteschi mammiferi simili a mammuth), e in cui oggi scorrazzano i tassi, così numerosi e familiari da queste parti da aver dato il loro nome a questo piacevole percorso.
Impresa e divulgazione. Coltivazione e biodiversità. Antiche conoscenze popolari e tecnologie di realtà aumentata. Il Sound Walk del Sentiero del Tasso, voluto e offerto da Patrunet, è una curiosa e coraggiosa prova di quanto sia splendidamente facile far convivere ciò che troppo spesso si considera incompatibile.
Un modo nuovo, e forse più autentico, di praticare la condivisione.