Roma Arte in Nuvola 2024
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commento a cura di Alessandro Turillo (21 novembre 2024)
Sarete voi a scegliere quale sia il cuore di “Arte in Nuvola”, la fiera d’arte di Roma che è arrivata con una bellissima energia alla sua quarta edizione, ma vi avviso che non sarà semplice. Potreste anche arrivare alla conclusione che più che il cuore si possa parlare di interi mondi e galassie che si muovono nella Nuvola di Fuksas.
Gallery con foto di Alessandro Turillo
Il mio cuore però io l’ho trovato vivo e pulsante nel corner della Galleria Nicola Filia da San Pantaleo in Sardegna, presso la postazione H 15. Questa piccola galleria, gestita dell’artista stesso, presenta un progetto imperdibile per la storia d’Italia: Carbonaia. Le sue opere nascono da ciò che rimane di una miniera di carbone voluta da Mussolini. La miniera inizialmente occasione di lavoro, diventa via via un luogo di morte, ed infine dopo tanto dolore è abbandonata.
Nicola con le sue opere fa rivivere quella storia, che nel suo particolarismo riesce a evocare tanto del dolore che attraversa il mondo di oggi. Per me un luogo che con la sua storia racconta molto del rapporto tra materia e poesia nelle nostra vite.
Ma un corpo non è fatto solo di cuore, c’è molto altro ancora da scoprire in questo viaggio tra primo, secondo e terzo piano, tra la solidità narrativa del moderno che i visitatori incontreranno subito, insieme a preziosità che sono davvero incredibili, su tutte ne ricordo qui due: i calchi in gesso di Antonio Canova conservati dalla Banca Ifis, che rendono in tutta la sua bellezza l’innovazione che lo scultore apportò allo stile classico, e lo stand di Pietro Consagra “Lo studio dell’artista come performance di una vita”, sapientemente allestito da Ruggero Moncada di Paterno. Un gioiello di pura arte che ricorda a tutti l’importanza degli artisti e della loro voce nel presente, e nella nostra memoria. Foto dello studio dell’artista che ne tratteggiano una danza mistica, mentre le sculture presentate, portano alla luce, l’originalità della sua ricerca, e la forza della sua espressione.
È un po’ questa la magia della Nuvola quest’anno, un insieme di luoghi in cui si cade e si scoprono mondi d’arte che forse si erano persi per strada, e che è sempre bene ritrovare, per dare corpo all’idea di contemporaneo che ci attende alle sale superiori.
Al secondo piano, nel florilegio di gallerie, in cui troverete anche quella di Nicola Filia, attraverserete non solo la sperimentazione italiana degli ultimi anni, ma incontrerete anche litografie di artisti come Bacon, Klein, e Picasso che guardano con curiosità agli sviluppi futuri.
Su tutti ricordo con piacere il lavoro di Roberto Rinella, che fa della fotografia e del suo sud una poesia indimenticabile. Già presente lo scorso anno, lo ritroviamo in evoluzione rispetto al suo stile e proiettato verso nuove dimensioni espressive, che fanno della fotografia un sortilegio indimenticabile.
Questa breve presentazione è solo il tentativo di tenere tra le mani un farfalla che spero vi guidi, senza una traiettoria già scritta dentro alla fiera, alla ricerca dell’artista che più di ogni altro oggi parla di voi.
Da domani 22 novembre 2024 torna con la quarta edizione la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, un vero e proprio hub di cultura, sperimentazione e ricerca.
Un’immersione nel magmatico mondo dell’arte, un vero slalom tra forme e colori delle molteplici anime della creatività, con 140 gallerie nazionali ed internazionali, mostre, performance, la grande fotografia contemporanea, installazioni, talk, eventi speciali e tanto altro per ampliare sempre i propri confini.
Roma, 21 novembre 2024 – Roma si prepara ad accogliere da domani venerdì 22 fino a domenica 24 novembre la quarta edizione di Roma Arte in Nuvola, uno degli appuntamenti più attesi nel panorama dell’arte moderna e contemporanea nazionale e internazionale, ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la direzione artistica di Adriana Polveroni e promossa con Eur S.p.A. Un vero e proprio hub artistico a tutto tondo, dove artisti, gallerie, appassionati, insieme alle grandi istituzioni, anch’esse parte attiva nella programmazione della manifestazione, si incontrano per offrire un’esperienza nelle molteplici anime della creatività all’interno di una location esclusiva: la Nuvola.
Gallery con foto di Marino Festuccia
In questo scenario d’eccezione si trova di tutto, 140 gallerie nazionali e internazionali, nuovi approcci alla realtà e un tuffo nel magma dell’arte contemporanea, un caleidoscopio di forme e colori, un’immersione giocosa nell’arredo estetico e concettuale nel nostro presente, qui è viva e presente la definizione che
“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni” (P. Picasso).
Nel percorso di crescita della fiera sempre in divenire – che quest’anno vedrà protagonista il Portogallo come Paese ospite – si affiancano eventi collaterali che animeranno i corridoi della Nuvola, arricchendo l’esperienza di questa nuova edizione.
Eccellenza e attenzione allo sviluppo culturale del territorio sono la conferma delle collaborazioni istituzionali con il Ministero della Cultura, la Direzione Generale Creatività Contemporanea, con la Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, con l’Istituto centrale per la grafica, con la Direzione generale Archivi e il Museo delle Civiltà, fino alla Regione Lazio e Roma Capitale; main sponsor Banca Ifis che, per l’occasione, allestirà uno spazio dedicato ad Antonio Canova esponendo 12 busti inediti del maestro veneziano, recentemente ritrovati e restaurati grazie al supporto di Ifis art.
Roma Arte in Nuvola 2024 sarà un’occasione unica per intraprendere un viaggio emozionante tra le migliori proposte artistiche e le nuove avanguardie in grado di catturare l’interesse non solo di addetti ai lavori, ma anche di un pubblico di giovani neofiti attirati dalla scoperta di un nuovo modo di intendere l’arte.
Prosegue alla Nuvola fino a stasera la quarta edizione della fiera con grande afflusso di pubblico grazie ad un allestimento che permette allo spettatore di entrare all’interno di una vera festa dell’arte. Cresce la qualità e la soddisfazione dei galleristi con una buona incidenza di vendite
Roma, 24 novembre 2024 – Grande successo per la quarta edizione di Roma Arte in Nuvola, uno degli appuntamenti più attesi della Capitale che si conferma polo internazionale di divulgazione e meta attrattiva per arte e cultura con la proposta di una fiera moderna e immersiva, pensata per essere una tappa importante nel progressivo percorso di valorizzazione della nostra conoscenza. Un’edizione in crescita che conferma il trend positivo delle ultime edizioni con lunghe code di pubblico e la soddisfazione di addetti ai lavori e galleristi, con una buona incidenza di vendite, segnale significativo per il mercato dell’arte.
Gallery con foto di Marino Festuccia
Si è conclusa la 4ª edizione con grande successo di pubblico e oltre 38.000 visitatori, artisti ed eventi per una festa dell’arte senza confini con un incremento di collezionisti nazionali e internazionali
Roma, 25 novembre 2024 – Si è conclusa ieri la 4ª edizione di Roma Arte in Nuvola con grande successo di pubblico con oltre 38.000 visitatori. La fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea è stata ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la direzione artistica di Adriana Polveroni e promossa con Eur S.p.A.
Un’edizione che si è distinta per la qualità delle proposte e la ricerca curatoriale che testimonia quanto la fiera sia cresciuta e diventata un appuntamento imperdibile per il pubblico, non solo della Capitale. Durante le tre giornate i corridoi della Nuvola si sono trasformati in un crocevia di dialogo culturale, accendendo i riflettori sulla creatività moderna e contemporanea: un’esperienza che ha visto pubblico, esperti e appassionati incontrarsi all’ombra di un’architettura simbolo per celebrare insieme le molteplici sfaccettature dell’arte.
Nei suoi giorni di apertura, Roma Arte in Nuvola ha proposto un’offerta artistica ricca e diversificata, regalando ai visitatori un viaggio in un percorso espositivo ricco e articolato attraverso 140 gallerie nazionali e internazionali, le mostre dedicate ai grandi maestri come Pietro Consagra, Piero Guccione e l’allestimento delle opere del duo Vedovamazzei, capaci di sorprendere e ispirare. Grazie alla Regione Puglia, grande attenzione è stata riservata al dialogo con l’incontro tra Giuseppe De Nittis e Pino Pascali mentre l’esposizione dei busti inediti di Antonio Canova è stata resa possibile grazie a Banca Ifis, main sponsor del progetto. Tra gli highlight dell’edizione 2024, che ha riservato interessanti focus tematici sulla fotografia contemporanea, anche la presenza del Portogallo come Paese ospite, con la mostra “Uma Volta ao Sol”.
La fiera si conferma anche come spazio di riflessione e sperimentazione grazie a un programma di talk ed eventi speciali, che hanno coinvolto artisti, critici e curatori in un confronto vivace sui temi più attuali dell’arte e della società contemporanea.
La manifestazione è stata sostenuta da Roma Capitale che ha presentato un omaggio a Giulio Aristide Sartorio e da Regione Lazio con le esposizioni di gallerie del territorio laziale. Di rilievo anche le partecipazioni istituzionali tra cui quella del Ministero della Cultura, che ha coinvolto alcune delle sue istituzioni museali e culturali più rappresentative, tra cui la Direzione Generale Creatività Contemporanea, la Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, l’Istituto Centrale per la Grafica, la Direzione Generale Archivi, il Museo delle Civiltà e il Museo Hendrik Christian Andersen.
Alessandro Nicosia, ideatore e direttore della fiera, ha dichiarato: “Siamo molto felici dei risultati raggiunti in questa edizione, abbiamo ricevuto grande entusiasmo e apprezzamento da pubblico e critica interessando fasce di pubblico tra le più diverse e composite, con la partecipazione anche da parte di tanti giovani, trascinati dal forte desiderio di conoscenza e scoperta. Roma si conferma polo internazionale di divulgazione e meta attrattiva per arte e cultura con la proposta di una fiera moderna e immersiva, pensata per essere una tappa importante nel progressivo percorso di valorizzazione e crescita. Il mio ringraziamento va alle Istituzioni, ai galleristi e a tutti gli artisti che hanno dato vita ad un palinsesto culturale di livello assoluto”.
Roma Arte in Nuvola dà appuntamento alla prossima edizione dal 21 al 23 novembre 2025, confermando la sua missione di essere non solo una fiera, ma anche una grande festa dell’arte.
Roma, 25 novembre 2024 – “La quarta edizione di Roma Arte in Nuvola, fiera internazionale dell’arte moderna e contemporanea, si è chiusa ieri con un successo di pubblico senza precedenti”, dichiarano il Presidente di EUR SpA Enrico Gasbarra e l’AD Claudio Carserà.
“L’iniziativa ha registrato il record di 38.000 visitatori e collezionisti che nei quattro giorni di eventi aperti alla città hanno popolato la Nuvola, uno straordinario contenitore culturale. La casa ideale per una festa dell’arte diffusa e partecipata. Un appuntamento consolidato e di riferimento per il settore, ideato e diretto da Alessandro Nicosia, al quale, insieme alla sua squadra, facciamo i nostri migliori auguri per la prossima edizione”.
“Abbiamo sottoscritto, infatti, un contratto che assicurerà l’organizzazione di questa straordinaria manifestazione presso la Nuvola fino al 2028. Un segno di attenzione per un evento che rende La Nuvola non solo uno degli hub congressuali tra i migliori in Europa, ma anche un punto di riferimento per eventi fieristici come questo, dove la componente artistica e di funzionalità deve essere elevata” concludono il Presidente e l’Ad di EUR SpA.
Lo studio di Pietro Consagra come performance di una vita
di Gabriella Di Milia
Pietro Consagra avrebbe voluto ricostruire ed esporre in una mostra il suo studio di via Margutta 48, in cui era stato fondato, nel 1947, il gruppo Forma. Questo desiderio ci ha spinto oggi a rendere oggetto di una mostra, all’interno di Arte in Nuvola, il suo studio e il giardino di via Cassia 1162 a Roma, oggi non più esistenti, presentando una sequenza fotografica e alcune sculture in essa presenti.
Secondo il filosofo e semiologo statunitense Charles Peirce (1839-1914), la fotografia è una vera e propria emanazione di qualcosa che è stato, che era lì in un dato momento: è una traccia che, in assenza di un corpo o di un oggetto reali, ha la capacità di indicarci che un oggetto o un corpo sono esistiti come sorgente di raggi luminosi, che raggiungono noi che siamo qui. Attraverso la fotografia noi oggi abbiamo la possibilità di percepire qualcosa che appartiene al passato portandola nel presente e sentendola come attuale.
Consagra stesso ha fotografato costantemente le sue sculture, le persone amate e i luoghi in cui ha vissuto o che ha visitato durante i viaggi. In un certo senso il fermo immagine e la bidimensionalità della fotografia potevano essere affini al suo concetto di scultura frontale dal minimo spessore. Nel suo rivelarsi da un unico punto di vista questa scultura sembra infatti porsi come un ostacolo che porta a soffermarsi per generare un piacere riflessivo.
Lo studio di un artista, nel percorso di un’esistenza, diviene l’immagine del processo del suo pensiero e della sua immaginazione. Luogo di lavoro in cui tutto è in divenire, tutto è vissuto come un’avventura amorosa in cui l’opera, nel suo farsi, può svilupparsi per fasi che possono portare a un risultato finale sognato oppure restare non conclusa.
In un certo senso, nel suo insieme, lo studio può anche considerarsi un autoritratto complesso, costruito nel tempo dall’artista e di cui è importante non perdere le tracce.
Nello studio di via Cassia Consagra ha lavorato e vissuto per 50 anni, e la suggestiva serie di fotografie, scattate nel 2005 da Claudio Abate, ci trasmette il fascino di una moltitudine di forme che lo hanno circondato come silenziose presenze spirituali. Tra queste possiamo individuare, nel giardino, sculture dal titolo bizzarro di Matacubi, in dialetto siciliano oggetti molto compatti e spesso ingombranti. Scolpite o eseguite, a partire dal 1985, in ferro dipinto, come possibile alternativa alle rigide barre in legno e ferro delle panchine, queste opere dalle forme sensuali e inanellate sono pensate dall’artista per attrarre a sedersi in due o in tre e per attivare nuove dinamiche dello sguardo e del corpo.
Nell’affascinante documentazione fotografica colpisce, sempre nel giardino, la presenza di altre sculture in pietra, proposte al vero accanto alle foto, per la loro significativa eccentricità rispetto alle opere maggiori di Consagra: il paracarro Welcome to Rome (1964), Libeccio antico (1972), Ligiona n. 3 (1975) che testimoniano il suo impegno a intervenire con l’arte nella vita per renderla creativa e coinvolgente.
Consagra aveva fotografato i paracarri esistenti in tutte le città italiane (tranne a Firenze che non ne ha neppure uno), scegliendo tra questi capolavori “tanto singolari da non essere stati notati da alcuno”, eseguiti, ad esempio, da artisti come Bernini e Borromini. Da qui l’idea di realizzarne alcuni, anche per contrastarne con ironia, in un suo scritto, la simbologia fallica di potere virile.
Libeccio antico, si presenta nella sua elementarità come un archetipo immaginario che fa parte della serie Pietre matte di San Vito, denominazione che allude all’attenuato lucido del materiale, e al celebre ballo della località siciliana da cui il marmo proviene. In Ligiona n. 3, invece, il colore del
granito nero e grigio e vita, come sempre nella scultura di Consagra, il contrasto accademico di luce e ombra.
Insieme alle fotografie di Claudio Abate sono esposte ad Arte in Nuvola anche nove preziose foto vintage di Ugo Mulas che ritraggono Consagra nello studio, consentendo così di aprire una finestra sulla continuità del lavoro dell’artista: un doppio di sé destinato a sopravvivergli e che possiamo considerare la performance di un’intera esistenza.
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ROMA ARTE IN NUVOLA CELEBRA PIERO GUCCIONE CON UNA MOSTRA REALIZZATA INSIEME ALL’ARCHIVIO PIERO GUCCIONE
PIERO GUCCIONE
La città sognata
Opere 1959-1972
“La mia andata a Roma significava essenzialmente che volevo fare il pittore. Mi piaceva la pittura e volevo diventare pittore. Roma era la città sognata, perché vi risiedevano gli artisti più ammirati, da Pirandello a Guttuso, a Mafai. Fu quella, dunque, la scelta naturale.”
Così Piero Guccione, pittore del visibile del Novecento italiano, rispondeva a chi gli domandasse del perché all’età di diciannove anni, decise di lasciare Scicli – città natale situata sulla punta più meridionale della Sicilia – per recarsi a Roma. Era spinto unicamente da quella sua innata passione che lo accompagnerà per tutta la sua esistenza: l’amore per la pittura.
A settant’anni dal suo arrivo nella Città eterna, avvenuto nell’ottobre del 1954, Roma Arte in Nuvola omaggia il sogno realizzato di Piero Guccione con la mostra Piero Guccione. La città sognata. Opere 1959-1972, realizzata dall’Archivio Piero Guccione.
Una selezione di diciotto opere ad olio su tela darà la possibilità di ripercorre le principali fasi espressive del suo soggiorno ultraventennale a Roma e capire la genesi dell’arte di Guccione, già lontana da ogni idea di pittura basata sulla sensazione intesa come tocco superficiale della coscienza, in favore dell’emozione intesa come la forma della bellezza delle cose, somma di visione e memoria còlta dai suoi occhi.
Il percorso espositivo inizia con le opere giovanili La luna a Piazza del Popolo (1959) e Deterrent (1961), testimonianza della sua iniziale frequentazione dei pittori neorealisti della Galleria Il Pincio a Piazza del Popolo, e, successivamente, del Il gruppo Il Pro e il Contro tra il 1961 e 1964.
A seguire la pittura a strappi di Uomo in giardino (1962) e Rondini (1962), quest’ultima opera emblematica perché segna il primo incontro dell’artista con l’azzurro – al tempo più orientato verso il blu per il senso tragico che aveva scoperto in Francis Bacon – che diventerà, nel corso degli anni, materia e sentimento, forma propria di bellezza, indice dell’assoluto attraverso i suoi infiniti mari e cieli.
In successione si aprono le magnifiche stagioni dei balconi e cancelli (1964-65), dei riflessi sulle lamiere lucenti delle auto (Platani sulla Volkswagen del 1966, Sul far della luna del 1968-69), delle attese di partire (1969-70). Il rapporto dell’artista con la vita si fa sempre più univoco, assolutamente diretto, desideroso di situarsi – come scrisse lo storico dell’arte Luigi Carluccio nell’introduzione del catalogo della mostra personale di Guccione del 1968 tenutasi alla Galleria Il Gabbiano – « …all’interno dell’atto del dipingere, prima ancora che del dipinto […] per la consapevolezza di esistere negli stessi modi e nelle stesse condizioni delle cose che ci circondano, in un reciproco continuato riscontro di realtà che è anche di realizzabilità: della vita oltre che della pittura».
Per Guccione, gli anni trascorsi a Roma non furono facili; i primi per la precarietà dei mezzi che lo costrinsero a ritardare la sua prima personale avvenuta nell’aprile del 1960; gli ultimi, seppure già pittore affermato, per un suo crescente sentimento di estraneità dalla realtà urbana circostante che gli produceva un senso di dolore per la difficoltà di “coagulare le cose, di stringerle”.
La forma della luminosità della sua Sicilia inizia così ad intrecciarsi sempre più con la desolazione della città osservata dalla finestra del suo studio su via Flaminia (Autoritratto nel paesaggio del 1971); ecco apparire la freschezza dell’alba mista alla consapevolezza del tramonto (Sulla curva di Viale Tiziano del 1970), la luce del mandorlo in fiore (Primavera a Via Flaminia del 1972).
È l’inizio di una lenta, quanto laboriosa, preparazione del ritorno in Sicilia, avvenuto nel 1979, quando, grazie proprio al senso della sua pittura maturata negli anni romani, lascia la città per tornare alle cose, intese come i luoghi dell’infanzia dove i suoi occhi e il suo cuore avevano imbastito le prime emozioni, affinché «dipingere e respirare fossero la stessa cosa».
Le opere esposte provengono da Collezioni private. Sarà inoltre possibile prendere visione di immagini e documenti dell’epoca, alcune delle quali inedite come lo scritto di Piero Guccione pubblicato nel 1960 dove dichiarava la sua scelta pittorica per sentirsi «più vivo e vicino alla terra».
Una sezione dell’allestimento è dedicata a testimonianze di ammirazione espresse da poeti e scrittori che furono legati a Guccione sia da una personale amicizia che da una profonda conoscenza della sua pittura poetica, da Alberto Moravia a Pietro Citati, da Dino Buzzati a Leonardo Sciascia, da Gesualdo Bufalino a Susan Sontag, da Giovanni Testori a Enzo Siciliano, da Giorgio Soavi a Dante Isella.
La mostra vuole anche essere un omaggio all’uomo Guccione di cui nel 2025 si celebreranno i novanta anni dalla nascita. Pittore eremita, famoso per la sua mitezza e parsimonia nell’uso delle parole, espresse tutta la sua passione per la vita attraverso l’arte della pittura; un esempio per le nuove generazioni di artisti a perseguire i propri sogni di pittura dipinta con altrettanta passione, come Guccione decise di fare esattamente settant’anni fa.
IL GIOCO DELLE IDENTITÀ
Un viaggio nella fotografia contemporanea tra realtà e finzione
A cura di Arianna Catania
Opere di: Letizia Battaglia, Vanessa Beecroft, Monica Biancardi, Liu Bolin, Michele Borzoni, Alessandra Calò, Lisetta Carmi, Lorenzo Castore, Dario Coletti, Gregory Crewdson, Rineke Dijkstra, Shadi Ghadirian, Simona Ghizzoni, Nan Goldin, Alice Grassi, Francesco Jodice, Kensuke Koike, Clément Lambelet, Nicola Lo Calzo, Duane Michals, Zanele Muholi, Shirin Neshat, Luigi Ontani, Iacopo Pasqui, Peter Puklus, Franco Vaccari, Paolo Ventura, Martina Zanin, Alba Zari, Sophie Zénon
La mostra Il gioco delle identità. Un viaggio nella fotografia contemporanea tra realtà e finzione a cura di Arianna Catania, traccia un percorso inedito attraverso cinquanta opere di artisti che hanno segnato la storia della fotografia dagli anni ‘60 ad oggi: Nan Goldin, Luigi Ontani, Shirin Neshat, Liu Bolin, Franco Vaccari, Kanehe Muholi, Lisetta Carmi, Kensuke Koike, Francesco Jodice, sono solo alcuni degli autori che guideranno lo spettatore attraverso un percorso inedito e non cronologico sul tema dell’identità.
Ritratti senza tempo, scomposizioni di corpi, autoritratti di denuncia, indagini antropologiche, che mettono al centro l’identità, in primis quella dell’artista che sceglie di raccontare la sua storia personale, l’universo magmatico della propria vita interiore, talvolta diventando l’attore protagonista della scena.
Ma anche l’identità dell’altro, e quella collettiva: ciò che ci permette di riconoscerci come parte di una Storia comune, perché tutte le identità sono interconnesse.
Un dialogo costante che avvicina approcci apparentemente lontani: non solo ritratti o autoritratti, dunque, ma messaggi e iconografie che leggono e interpretano il nostro mondo, complesso ed estremamente sfaccettato in molteplici identità.
Immagini davanti alle quali ci soffermiamo a lungo perché innescano nello spettatore numerosi interrogativi: quando siamo di fronte a una fotografia cosa stiamo veramente guardando: l’artista, il soggetto ritratto, la società o noi stessi? È realtà o finzione? Ambiguità che caratterizza la fotografia, strumento estremamente affascinante che nella sperimentazione e nella ricerca, ha trovato la sua strada fin dalla sua “recente” nascita.
I fotografi contemporanei, dunque, sovvertendo, manipolando, mescolando linguaggi e tecniche, scegliendo approcci e stili diversi, creano immagini capaci di rappresentare e rileggere il nostro tempo, trasformando la realtà in immaginazione. La mostra è un omaggio alla fotografia d’autore come arte pienamente contemporanea.
Vedovamazzei
In quello che fino al 2000 si chiamava Premio Giovane Italia, ospitato al MAXXI che ancora non era il MAXXI di Zaha Hadid, tra le opere in mostra campeggiava un enorme lampadario. Stella Scala che insieme a Simeone Crispino forma il duo Vedovamazzei, autore dell’opera, ci si arrampicava, rimanendo sospesa a vedere la festa della giovane arte italiana sotto di lei.
Oggi Climbing è di nuovo di scena, alla Nuvola, prestato dal MAXXI, dove è in collezione dal 2000.
Quasi sotto Climbing c’è un grande cubo. Ed è qui che Vedovamazzei ha deciso di installare le sue opere più recenti insieme a una del 2015.
La cifra di quest’ultima installazione conferma, ancora una volta, quella sorta di torsione concettuale, giocata tra linguaggio e immagine, che contraddistingue da sempre il lavoro di Stella Scala e Simeone Crispino, rendendolo inconfondibile, ironico e di visionaria qualità.
Il grande cubo diventa un monumento equestre, che appare imbrattato da scritte, tag e pitture, come accade nella nostra contemporaneità.
Uno statement di protesta e un’eco dell’attivismo delle giovani generazioni che contestano l’idea stessa di monumento, spiega Vedovamazzei, pur esprimendosi con una pittura straniante e richiami a simboli molto discussi.
Le opere ospitate sulle pareti esterne del monumento sono: Hell (2024), Enjoy flowers (2024), Senza Titolo (2024), mentre in cima è installato UN. United Nothing (2015) che nella sua secca definizione svela l’insensatezza del monumento.
Infine, una parete laterale del foyer della Nuvola, dove viene presentata la mostra, ospita Chewing gum and sea scape (2018). Di nuovo un’opera che gioca e inventa con piglio quasi dada. Si tratta di venti ritratti di paesaggio colorati e un po’ romantici. Ma fatti con la gomma da masticare.
A cura di
Adriana Polveroni
Si ringraziano
Claudio Poleschi Arte Contemporanea, Dogana RSM
Magazzino, Roma
Comunicazioni ufficiali, video e immagini dagli Uffici Stampa Roma Arte in Nuvola HF4 Communication, C.O.R. Creare Organizzare Realizzare e Comin & Partners. Aggiornato il 24 e il 25 novembre 2024.