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JOURNÉES BLEUES – Acqua dolce e acqua salata a Villa Medici

Nell’ambito della mostra Il canto delle sirene, Villa Medici organizza due giornate multidisciplinari dedicate all’acqua – Acqua Dolce e Acqua Salata – con una serie di incontri, conferenze e letture pubbliche gratuite. Le arti visive, la pittura, la letteratura e la poesia, la storia e l’archeologia, la scienza e la ricerca si uniscono in questa occasione.

Artisti: Laure Limongi – Maria Elisa Amadasi – Pauline André-Dominguez – Juliette Bessette – Hervé Brunon – Yasmine El-Amri – Rose-Lynn Fisher – Silvia Ginzburg – Nina Leger – Mai Mai Mai – Francesca Mari – Morgane Ortin – Maria Papadimitriou – Laure Prouvost – Myriam Rabah-Konaté – Lara Tabet

Ingresso gratuito previa registrazione sul sito villamedici.it

Il biglietto dà accesso a tutti gli eventi della giornata e alla mostra Il Canto delle Sirene, valida per il giorno prenotato.

Link per prenotare: https://www.ticketlandia.com/m/eventSubList/villamedici/3222

Link per maggiori info sul sito: https://villamedici.it/it/programme/journees-bleues/

Journées Bleues - Acqua dolce e acqua salata a Villa Medici

Clicca qui per il commento a cura di Alessandro Turillo (7 dicembre 2024)
Clicca qui per le informazioni ufficiali sull’evento.



commento a cura di Alessandro Turillo (7 dicembre 2024)

Gallery con foto di Alessandro Turillo

Abissi d’Arte

Da anni Villa Medici a Roma propone l’incontro tra arte e presente, lasciando aperto un accesso alla conoscenza del mondo diversa dalla nostra quotidianità.

La mostra “Il canto delle Sirene (L’acqua raccontata dagli artisti)” si presta a riflettere insieme al pubblico su un tema vivo come il rapporto con l’elemento che più di ogni altro contraddistingue il nostro pianeta: l’acqua.

Nel 2023, sempre a Villa Medici, avevamo incontrato la materia nel suo aspetto più grezzo con “Storie di Pietra”: quest’anno siamo invitati ad attraversare quell’ambiente che ci è familiare ancora prima di venire al mondo.

Ma non si tratta solo di avere una mostra in corso. La mia impressione, nelle proposte aperte al pubblico degli ultimi giorni, è quella di una sfera di cristallo in cui fluttuano immagini e poetiche del presente-futuro. Questa visione ci lascia liberi di approfondire ulteriormente o di sviluppare qualcosa di necessario al nostro stare nell’ecosistema in cui ci troviamo a vivere.

Il mio incontro con la Villa comincia durante nella Notte Bianca, quando il pregiato giardino interno si apre alla Capitale per comunicare le traiettorie dell’anno in arrivo. Gli eroi di quest’attraversamento notturno sono i borsisti vincitori del “Prix de Rome” dell’Accademia di Francia, con opere che alludono ai loro lavori che vedremo nell’estate del 2025.

Dal 1803, per volontà di Napoleone, la villa diventa la sede dell’Accademia perché ritenuta adeguata al lavoro d’arte. Già residenza del cardinale Ferdinando de’ Medici, a pochi passi da Trinità dei Monti, questo terreno aveva conosciuto in epoca imperiale le grazie degli horti luculliani. Oggi diventa laboratorio contemporaneo per incontrare le trasformazioni del presente.

Quest’anno rimango impressionato dallo stretto rapporto tra ricerca, attivismo, e poetica nelle opere presenti. Intravedo il chiaro proposito comunicare in modo consapevole e completo sul tema scelto.

Fin dall’Ottocento, il soggiorno romano mira allo sviluppo di nuovi progetti d’arte in rapporto con la tradizione classica, di cui la Capitale è apprezzata custode.

In un mondo a cavallo della tecnica si avverte la necessità di apertura all’esistenza. Una ricerca di consapevolezza che non sia necessariamente mediata da algoritmi, ma che tenga per mano fantasia e storie umane.

Nella notte bianca m’imbatto nella proiezione di “Un troisième testament” di Jèrome Printemps Clément-Wilz, un richiamo alla ritualità. Si tratta di un documentario che prelude al suo lavoro prossimo.

L’artista a Villa Medici si sta occupando della figura di San Paolo in relazione al presente, portando con sé un richiamo alle comunità marginali di cui troppo spesso non abbiamo notizie. Il rito come spazio sacro in cui sostare per aprirsi alla ricerca dell’essenza del nostro vivere. Qualcosa di perduto e presente.

Lo sguardo poetico diventa una necessità, per non perdere il grande abisso di emozioni che sta al nostro presente come il prolificare della vita nel mondo sommerso del mare.

La sottolineatura accattivante che emerge nell’incontro con l’installazione di Pierre Von-Ow invece riguarda Borromini.

Pierre offre a tutti una grande carta con la completa mappatura delle sue opere presenti in città. Grazie a due frammenti di filmografici su televisori anni ’80 entriamo nella chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza: una delle opere più celebri dell’architetto.

Si tratta di vicende e storie distanti ma a contatto col nostro mondo.

Questo artista, ricercatore in storia dell’arte, curatore di mostre, traduttore, durante la sua permanenza romana sta sviluppando un progetto di ricerca e scrittura incentrato sulle lezioni di ottica del matematico cieco Nicholas Saunderson (1682-1739). Il suo saggio riconsidera l’importanza del tatto nella comprensione dei fenomeni della percezione e della rappresentazione dello spazio, partendo dalla codificazione della prospettiva lineare nell’Italia del Quattrocento.

Vengo richiamato dal gorgheggiare della fontana centrale interna alla villa, anche nella penombra si può godere dell’installazione di Laure Prouvost, un’opera che partecipa del “Canto delle Sirene” in corso. Nelle intenzioni dell’artista un dialogo tra memoria e sogni, per me fluido accompagnamento tra studi aperti e viste notturne su Roma.

Nel succedersi dei giorni vengo richiamato dalla gratuità di presentazioni che hanno la forza dei temi presenti: mare, lacrime, acqua dolce e salata. Sento sempre più la volontà di questa istituzione di dialogare in uno scambio tra partecipazione e offerte culturali che siano non solo innovative ma anche presentate con una notevole chiarezza.

Ben due giornate dedicate al tema dell’acqua, per dare maggiore profondità alle opere che sono esposte nel “Canto delle Sirene”. Mi rendo conto che queste occasioni danno una maggior profondità al percorso della mostra curato da Sam Stourdzé e Caroline Courrioux.

Oggi Caroline ci accompagna lungo l’itinerario della mostra che contiene sia i dolori che le magie del mare, il vero protagonista del nostro pianeta.

L’inaspettato è a un passo da noi: Yiannis Maniatakos dipinge sott’acqua percorsi dentro ad un mondo che parrebbe precluso alla pittura, trasforma i fondali nel terreno ideale per raccontare il suo mar Egeo. Umori e tonalità che spesso ci sono estranee emergono dalle tele avvolte dalla magia dell’impensabile. Partecipiamo degli ambienti comuni ai cercatori di perle mentre incontriamo l’opera di Monira Al Qaridi che con la sua opera ci porta nel mar Persico e nelle trasformazioni. Cosa accade quando un’economia legata alle perle diventa un terreno di estrazione petrolifera?

Suoni e immagini della mostra sono un tutt’uno, un’apertura a nuove e più vive letture del mare come ambiente che profondamente connesso alle nostre origini e al nostro presente.

L’arte contemporanea è sempre un mistero, anche per gli esperti del settore, come l’universo in continua espansione. L’arte presente si apre alla necessità di conoscenze che sono spesso frutto di ricerche e sperimentazioni in atto, mentre noi viviamo la nostra vita.

Gallery con foto di Alessandro Turillo

Ed è questa una peculiarità di Villa Medici, l’aver avuto l’intuizione di portare alla luce questo fermento attraverso eventi pubblici che offrano la possibilità di incontrare un po’ di più questi mondi, e il loro svilupparsi.

Ne sono prova ad esempio il doppio ciclo di conferenze sul”Acqua dolce” e “Acqua salata” che si propongono di aprire il senso della mostra “Il Canto delle sirene” approfondendo anche la storia della Villa di per sé.

Nella prima giornata viene offerta, tra le tante iniziative, una passeggiata con Hervé Brunon esperto di storia dei giardini e Direttore della ricerca presso il Centre André Chastel, Parigi: Centre National de la Recherche Scientifique (Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica).

Se ne apprezza da subito la sobrietà e la chiarezza espositiva che portano a guardare alle fontane della Villa con una maggior congruenza storico artistica. Una storia di desideri di grandezza. In questa armonia l’unione col passato continua a riverberare in un’architettonica che sfiora quasi i cinquecento anni. Un giardino complesso, pensato in tre diverse porzioni con tre diverse funzioni: fiori, frutti e piante selvatiche (“il bosco” come dicono i toscani). Nel piccolo tour con Hervé c’è anche il tempo per una visita brevissima nello studiolo del cardinale che ha nei suoi affreschi a grottesca di Jacopo Zucchi, la rappresentazione pittorica la visione ideale che il cardinale immaginava di realizzare al tempo (1570-1571).

Ma la Villa, oltre ai rimandi degli obelischi presenti nel giardino e in perfetta armonia con il Mercurio Psicopompo (guidatore di anime) posto sulla balconata che affaccia sul giardino, ha una ancor più profonda connessione con la storia dell’impero.

L’archeologa pisana Maria Elisa Adamasi ce ne parla, avendo condotto importanti studi sulle tracce di uno dei più importanti acquedotti romani, quello dell’”Acqua Virgo”. Ascoltiamo i risultati degli studi congiunti tra Pisa e Roma proprio in queste giornate dedicate all’acqua dolce.

L’acquedotto, già in epoca imperiale passava, come ancora oggi, proprio sotto i terreni dove si trova Villa Medici. La scoperta, attraverso studi speleo-archeologici, porta alla luce uno dei capolavori architettonici di Roma, che non lavorava solo ai grandi acquedotti ancora visibili in alcune parti della città, ma anche nel sottosuolo, riuscendo così a fornire gli ingenti approvvigionamenti di acqua alla capitale dell’impero.

Ma le meraviglie del passato incontrano nella conferenza di Rose-Lynn Fischer lo stupore del presente, del nostro essere viventi, sempre e ancora nel tempo. Rose ha sviluppato una tecnica fotografica che attraverso l’uso del microscopio porta alla luce la conformazione delle lacrime.

Il suo lavoro si concentra sulla raccolta delle lacrime in vetrini per le analisi. Le immagini vengono poi ingrandite nella stampa e associate ad una didascalia relativa al momento in cui le lacrime sono nate: tristezza, gioia, riconoscenza, e tanto altro. Ed è così che l’effetto fotografico già di per se meraviglioso, si amplifica ulteriormente a contatto con il significato esperienziale dell’artista e di tutti i partecipanti al progetto.

L’acqua e le sue modificazioni diventano poesia visiva sotto lo sguardo compassionevole e accurato di Rose, che continua nel suo percorso di ricerca e scoperta delle forme dell’esistere.

Nella giornata dedicata all’acqua salata invece le conferenze si proiettano maggiormente nel presente con lavori sul mare Libico di Lara Tabet, dottoressa in medicina e artista visiva libanese. Lara si presenta a noi anche come attivista. Attraverso i suoi lavori infatti tratta l’intersezione tra arti e scienze. La sua ricerca in corso guarda all’acqua come luogo di speculazione politica e l’uso del DNA come mezzo di archiviazione.

Scopriamo che le sue immagini e installazioni nascono anche dall’uso dei batteri che sono presenti nelle acque delle coste del mar libico. Le le forme che vediamo nascono dalla relazione tra questi batteri il loro lavoro attivo sulla pellicola fotografica.

Ma se questo non bastasse ad aprire la nostra coscienza verso il rapporto tra microscopico e l’umano, potremmo sempre decidere di approfondire quanto esposto durante la conferenza performativa di Pauline Andrè Dominguez.

È lei l’autrice del libro Nuove storie di ecologia e mondi marini. La sua ricerca ci fa riflettere con una performance interattiva sui nostri vissuti sul mare, e prosegue con una narrazione delle sue ricerche sulla vita negli abissi e sul plancton grande protagonista di una storia che per lo più misconosciuta ma fondamentale per la vita del pianeta.

Ricordiamo solo che il plancton è una categoria ecologica che comprende il complesso di organismi acquatici galleggianti che, non essendo in grado di dirigere attivamente il loro movimento, vengono trasportati passivamente dalle correnti.

Non so voi, ma personalmente, non fosse stato per Pauline non avrei posto attenzione al fatto che invece questa enorme popolazione microcellulare ha un forte impatto non visibile sulla nostra vita.

Essenziali per il pianeta, i suoi processi fotosintetici producono ossigeno e carbonio organico, due elementi alla base del metabolismo degli esseri viventi. E ancora: il suo lavoro contrasta attivamente l’accumulo in atmosfera dell’anidride carbonica.

Ma questi dati scientifici nella relazione della scrittrice diventano concetti al limite tra il biologico e il poetico. Risuonare in noi la fluidità di passaggi tra la vita del pianeta e il nostro rapporto con il grande respiro del mondo.

Le ipotesi suggestive si moltiplicano. Pauline accenna alla vista segreta dei polipi, alle loro incredibili capacità comunicative, ed alle ricerche che tendono a vedere in molte delle loro comunicazioni, anche veri e propri canti, e poesie degli abissi.

Villa Medici si propone in queste sue offerte culturali come una possibilità in più di fare esperienza del presente. In questo avverto una esplicita consonanza con il più vasto mondo dell’arte contemporanea che lotta, tra difficoltà espressive e slanci più comprensibili con la difficoltà a dare voce al mondo, o faremmo meglio dire ai mondi che sono il tessuto vitale del nostro pianeta e non solo.

Ormai lo sappiamo anche a seimila metri di profondità nella Fossa delle Marianne ci sono specie viventi che percorrono parallelamente a noi l’attraversamento della vita. In che rapporto siamo con tutto questa profondità? Abbiamo bisogno di una collettività che volga lo sguardo dove non sempre la realtà ce lo permette, scienza, antropologia, architettura, arte e molto altro, danno al nostro esistere sempre maggior coscienza di cosa sia l’esistere.

Il laboratorio di Villa Medici declina tutto questo per voce degli artisti e dei temi loro affidati alla ricerca annuale, la Notte Bianca è stata la prima occasione di cercare di ascoltare queste voci per ora ancora avvolte nella notte della creazione.

Quanto riportato qui è solo una breve immersione nel territorio che nel remoto passato fu parte degli horti luculliani e in cui oggi ai confini dell’inverno ha lo sguardo volto al nostro presente che vive liquido e disperso in tutte le gocce di attenzione che possiamo inconsapevolmente incontrare nella nostra vita, e a cui gli artisti invece dedicano tutta la loro attenzione in vista di un mondo più consapevole e vivo.


Il 5 e 6 dicembre 2024 l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici ospita Journées Bleues – Acqua dolce e acqua salata, due appuntamenti dedicati al tema dell’acqua che uniscono arte visiva, letteratura, storia, archeologia e scienza in un dialogo multidisciplinare. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della mostra in corso “Il canto delle sirene” (in programma fino al 13 gennaio p.v.) offrendo un approfondimento culturale e poetico che esplora l’acqua come elemento naturale, storico e simbolico.

La giornata di giovedì 5 dicembre è dedicata all’acqua dolce e propone un itinerario attraverso il giardino e le fontane della Villa, con l’eccezionale attivazione delle fonti storiche. Il percorso alla scoperta dell’Acqua Virgo, antico acquedotto romano che attraversa la Villa, sarà accompagnato dalle analisi di storici e archeologi come Hervé Brunon e Silvia Ginzburg, per raccontare l’importanza dell’acqua nel paesaggio e nei territori. L’artista Yasmine El-Amri proporrà una conferenza performativa sulle linee di spartiacque e le fratture sociali e geografiche che esse rivelano. Nel pomeriggio, Rose-Lynn Fisher e Morgane Ortin guideranno un viaggio emozionale tra scienza e poesia, riflettendo sul significato delle lacrime umane attraverso immagini microscopiche e performance collettive. La giornata si concluderà con una lettura di Nina Leger tratta dal suo romanzo Mémoires sauvées de l’eau, dove il corso di un fiume californiano diventa metafora della distruzione e rinascita delle civiltà.

Venerdì 6 dicembre l’attenzione si sposterà sull’acqua salata con una visita guidata alla mostra “Il canto delle sirene”, incentrata sull’arte subacquea di Yiannis Maniatakos, le cui opere incarnano l’interazione tra pittura e ambiente marino. Gli interventi di Juliette Bessette e Maria Papadimitriou approfondiranno le tecniche e l’eredità artistica di Maniatakos, mentre il pomeriggio sarà dedicato agli immaginari oceanici con contributi di Pauline André-Dominguez, Lara Tabet e Laure Limongi. Attraverso letture e riflessioni, il mare sarà esplorato come spazio di poesia, memoria e crisi ecologica. La giornata culminerà con la lettura bilingue dell’opera Non-noyées di Alexis Pauline Gumbs, un omaggio femminista ai mammiferi marini e ai loro modelli di resistenza sociale e ambientale, per concludersi con il concerto serale di Mai Mai Mai, che fonde tradizioni mediterranee, folklore e sperimentazione sonora.

Le Journées Bleues sono gratuite con prenotazione obbligatoria sul sito ufficiale di Villa Medici e includono l’accesso alla mostra “Il canto delle sirene”.

Maggiori informazioni al link https://villamedici.it/it/programme/journees-bleues/

IL PROGRAMMA

ACQUA DOLCE

Giovedì 5 dicembre 2024

 

A filo d’acqua
14:00 – 16:00

Le storiche e archeologhe Silvia Ginzburg, Francesca Mari e Maria Elisa Amadasi racconteranno le tracce invisibili del passato dell’Acquedotto, prima che l’artista Yasmine El Amri tenga una conferenza sullo spartiacque e sulle divisioni geografiche e sociali che rivela.

Visita del giardino e delle fontane
con : Hervé Brunon
Lingua: italiano

Conversazione Lungo l’Acquedotto
con : Silvia GinzburgFrancesca MariMaria Elisa Amadasi
Lingua: italiano

Conferenza performativa Specchio d’acqua, il pomeriggio
con : Yasmine El-Amri
Lingua: francese con traduzione in italiano

 

Il club delle lacrime
16.30 – 18.00

L’artista fotografica Rose-Lynn Fisher e la autrice ed editrice Morgane Ortin esplorano i legami tra l’acqua e le emozioni umane attraverso la storia delle lacrime, testimoni di un rapporto sociale e costruito con le nostre emozioni e la nostra vulnerabilità. Morgane Ortin ci invita a sperimentare una catarsi collettiva, mentre Rose-Lynn Fisher utilizza la microfotografia per catturare le lacrime, rivelando una cartografia poetica e scientifica dell’invisibile.

Conversazione Topografia delle lacrime
con : Rose-Lynn Fisher
Lingua: Inglese con traduzione in italiano

Conferenza performativa Il club delle Lacrime
con: Morgane Ortin
Lingua: francese con traduzione in italiano

 

Lettura di Mémoire sauvées de l’eau di Nina Leger
18.30

Il romanzo di Nina Leger pubblicato nel 2024 da Gallimard, è una storia di acqua e di corsa all’oro che ci porta lungo il fiume Feather in California. La scrittrice propone una lettura di brani del suo libro, in cui il fiume è protagonista di una potente riflessione sulla rovina e sulla prosperità.

“Nel 1848 fu scoperto l’oro nel fiume Feather, nella California settentrionale. Nacque una città, chiamata Oroville, e iniziò la corsa all’oro. Nel 2020, Thea, una geologa giunta a Oroville per lavorare a valle della gigantesca diga che si sta costruendo sul Feather River, è costretta a fuggire dall’avanzare dei mega-incendi. Mentre il suo mondo si sgretola, la violenza del suo passato riemerge. Circondata da donne amate – una scrittrice di fantascienza, una discendente di un popolo nativo, un ingegnere coreano – Thea cerca di ripercorrere la devastazione della corsa all’oro. Trasportato dal linguaggio potente e tenero di Nina Leger, l’antico canto del fiume si fonde con le voci di un presente in frantumi per raccontare l’epopea di una civiltà che si è costruita distruggendo, fino a preparare la propria rovina.”

Lingua: lettura in francese con testi in italiano disponibili

 

***

 

ACQUA SALATA

Venerdì 6 dicembre 2024

Gratuito previa registrazione
Il biglietto dà accesso a tutti gli eventi della giornata e il concerto della serata e alla mostra Il Canto delle Sirene, valida per il giorno prenotato. 

Juliette Bessette, storica dell’arte dell’Università di Losanna, è responsabile del programma.

 

Sommersione
14:00 – 15:30

Villa Medici offrirà una visita alla mostra Song of the Sirens a cura della co-curatrice Caroline Courrioux, che sarà l’occasione per esplorare la pittura subacquea dell’artista greco Yiannis Maniatakos (1935-2017), una pratica unica in cui l’artista immerge le sue tele nell’acqua per catturare l’interazione tra arte e ambiente acquatico. Juliette Bessette, storica dell’arte, e Maria Papadimitriou, scultrice e allieva di Yiannis Manitakos, offriranno prospettive storiche e personali su questo approccio alla pittura e sulle sue tecniche.

Visita della mostra Il canto delle sirene
Con: Caroline Courrioux
Lingua: inglese con traduzione in italiano

Conversazione To the magic depths of the sea – Yannis Maniatakos
con : Juliette Bessette, Maria Papadimitriou
Lingua: Inglese con traduzione in italiano

 

Immaginari salati
16:00 – 18:00

Il pomeriggio vedrà i contributi di Pauline André-Dominguez, autrice e ricercatrice, Lara Tabet, biologa e artista visiva, e Laure Limongi, autrice e residente a Villa Medici nel 2023-2024. Tutte e tre esplorano l’immaginario umano legato all’oceano e al mare, dalla poesia alle narrazioni ecologiche. Pauline André-Dominguez esamina le rappresentazioni del mare nella narrativa da Jules Vernes ai giorni nostri, mentre Lara Tabet analizza la crisi ecologica degli oceani. Laure Limongi propone una lettura in anteprima del suo libro L’invenzione del mare (che sarà pubblicato nel gennaio 2025 da Tripode), un’opera poetica che esplora i legami tra l’acqua e l’immaginario collettivo.

Conferenza performativa Sotto il vento del mare, mondi viventi: quale immaginario per il mare nel XXI secolo?
Con: Pauline André-Dominguez
Lingua: francese con traduzione in italiano

Conversazione Correspondent Species
Con: Lara Tabet
Lingua: francese con traduzione in italiano

Lettura L’invention de la mer
Con: Laure Limongi
Lingua: letture in francese con testi tradotti in italiano

 

Leggere Non-noyées. Leçons féministes Noires apprises auprès des mammifères marines di Alexis Pauline Gumbs
18:30

A chiusura di due giorni dedicati al mondo immaginario e alle lotte intorno all’acqua, l’artista e autrice Myriam Rabah-Konaté propone una lettura immersiva di brani tratti dal libro Non-noyées della poetessa femminista americana Alexis Pauline Gumbs (2024, co-pubblicato da Burn-Août e Les Liens qui libèrent). Il libro si ispira ai mammiferi marini come modelli di resistenza e reinvenzione di modelli sociali e femministi.
Un’opera che ci parla di poesia e di solidarietà interspecifica. Lingua: lettura bilingue italiano-francese

 

Mai Mai Mai
Concerto
20:00

MAI MAI MAI è un progetto audio/video di Toni Cutrone, che gioca con i suoni e le immagini di un viaggio oscuro attraverso le tradizioni e il folklore dell’Italia meridionale e del Mediterraneo. È un’esplorazione sonora tra rituali pagani e cattolicesimo, natura e magia della vita rurale, che si avvale di suoni d’archivio e registrazioni sul campo, nonché di collaborazioni con musicisti “avant/etnici” contemporanei come Vera di Lecce, Lino Capra Vaccina, Maria Violenza, Youmna Saba, Mike Cooper, Nziria, Go Dugong… Mai Mai Mai incarna un’infestologia mediterranea che, lungi dall’essere nostalgica, risveglia rumorosamente gli spettri e li chiama ad accompagnarci nella nostra vita quotidiana.

 

Comunicazioni ufficiali e immagini (ove non indicato diversamente) dall’Ufficio Stampa Castiglioni

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