Sembra un paradosso, o forse uno scherzo audace, perpetrato contro un destino che spesso appare segnato per una terra meravigliosa ma fin troppo maltrattata. Può infatti esistere un luogo, un paesino, in cui il colore si è impossessato dell’animo delle persone e delle mura del minuscolo borgo, sostituendosi al grigio che precedentemente la faceva da padrone?
Ebbene sì… Un luogo del genere esiste e – pensate – si trova a pochi chilometri dalla tanto vituperata Terra dei Fuochi. Siamo infatti a Valogno, un borgo di appena 90 anime con un’età media di 65 anni, arroccato tra le montagne ed il tufo vulcanico del Parco Regionale di Roccamonfina, nella provincia di Caserta; quello che è accaduto qui, in circa 10 anni, ha quasi dell’incredibile, oltre che del meraviglioso. Ma procediamo con ordine.
Valogno infatti era uno dei tanti (troppi) borghi dimenticati, destinato ad un rapido ed inevitabile processo di spopolamento, fino a quando una felicissima intuizione lo ha trasformato in luogo che oseremmo definire di “pellegrinaggio”, per quanti credono ancora che il vivere sociale sia l’arma perfetta contro l’appiattimento ed il grigiume che oramai accompagna sempre di più le nostre giornate e la nostra vita in generale.
L’idea è venuta a Giovanni Casale, uno psicologo originario di Valogno ma da molti anni trasferito a Roma; qui, conduceva con la sua famiglia una vita tutto sommato tranquilla, a cui forse mancava giusto un po di colore. Ha preteso quindi di ritrovarlo a casa sua; iniziò così a prendere forma quella che sarebbe sembrata una idea folle un po’ a tutti, tranne che a uno psicologo.
Decise infatti di chiamare artisti di strada, alcuni anche di fama internazionale: questi cominciarono a realizzare murales di dimensioni anche notevoli, che oggi colorano il grigio dei palazzi e delle strade di Valogno, senza però ovviamente invadere l’estetica degli antichi palazzi nobiliari. Nascono uno, due, dieci murales dai contenuti e dalle tematiche più varie, che spaziano dai racconti fiabeschi alla Storia d’Italia, senza ovviamente dimenticare la cultura contadina tipica del luogo.
Ad oggi, il centro storico di Valogno conta più di 40 murales, ed altri se ne stanno realizzando: Giovanni può certamente essere fiero della sua intuizione, che però non è limitata alla sola realizzazione delle opere atte ad abbellire il luogo; quello che Giovanni e i promotori dell’Associazione Valogno Borgo d’Arte aspirano a realizzare è una idea più ampia ed affascinante: dare colore agli animi sempre più grigi delle persone, attraverso la condivisione di stati d’animo, emozioni, opinioni e persino pranzi.
Giovanni e i simpaticissimi abitanti di Valogno infatti non solo conservano e curano gelosamente il borgo natio e i suoi luminosissimi murales, ma ti aprono letteralmente le porte di casa per accoglierti e – anche se purtroppo per troppo poco tempo viste le nostre vite frenetiche – per coinvolgerti nelle loro storie, nelle esperienze di vita. Racconti ed aneddoti che ti consentono realmente di isolarti dalle fatiche quotidiane, dallo stress del lavoro o delle mille problematiche di tutti i giorni, portandoti con mano in una realtà fatta di sorrisi, semplicità e soprattutto accoglienza.
Tutto ciò si trasforma in realtà grazie alle “Passeggiate Condivise”, nelle quali attraverso la visita del borgo vengono narrate le storie che riguardano Valogno e la realizzazione dei murales, e a veri e propri “Pranzi Condivisi”, realizzati mediante la partecipazione della comunità dei residenti e dei turisti che sempre di più visitano il meraviglioso paesino.
Attualmente Valogno ha attirato più di 9000 visitatori nel corso di questi scarsi 10 anni di fortunata trasformazione, ma siamo certi e convinti che, avvertendo maggiormente il bisogno di colorare nel modo giusto le nostre anime ingrigite, l’idea “folle” di Giovanni riscuoterà sempre più successo.
Tutte le foto sono di Camillo Sorrentino, Itinerando
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