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Passati i giorni della merla e proiettando l’animo verso un clima mite e soleggiato, comincio a pensare al prossimo viaggio che mi porterà a Napoli per qualche giorno. L’idea è quella di girare la città e approfittare dell’ampia scelta di mostre che musei e parchi hanno in serbo per il 2019.

Consultando siti e programmi, ho scelto ben tre mostre diverse tra loro per tipologia e località così da variegare la scelta e conoscere sempre più posti suggestivi e pieni di storia.

Ecco le mie proposte!

Dal 15 febbraio al 30 giugno 2019, alla Basilica della Pietrasanta – Lapis Museum, per la prima volta a Napoli la magia di Marc Chagall (1887-1985) raccontata attraverso l’esposizione di 150 opere.

La mostra racconta la vita, le opere e l’amore per la sua Bella, l’amatissima moglie, attraverso dipinti, disegni, acquerelli e incisioni. Un nucleo di opere rare e straordinarie provenienti da collezioni private e quindi poco accessibili al grande pubblico. L’esposizione è curata da Dolores Duràn Ucar che ha cercato di far emergere lo stupore e la meraviglia dell’artista. Nelle opere coesiste il mondo di Chagall fatto di sogni, ricordi d’infanzia, poesia, fiabe, universi di colori, sfumature vivaci, religione e guerra, che danno vita a paesaggi popolati da personaggi reali o immaginari che si affollano nella fantasia dell’artista. Info mostra: www.chagallnapoli.it

Dal 28 marzo invece arriva Canova al Museo Archeologico di Napoli.

Tra le collaborazioni avviate nel 2017 con il Museo Statale Ermitage, vi è anche la realizzazione di una mostra inedita dedicata a Canova, con prestiti eccezionali dal Museo di San Pietroburgo, che conserva il maggior numero dei capolavori in marmo del Maestro.

Un evento di caratura internazionale, che metterà in relazione, per la prima volta, l’arte sublime di Antonio Canova con l’arte antica e con i modelli che lo seppero ispirare, nelle loro massime espressioni: una novità scientifica, occasione per fare ricerca, collaborando, allo stesso tempo, con importanti musei prestatori; un’opportunità unica per ammirare insieme capolavori dell’arte plastica di tutti i tempi. Il percorso espositivo – curato da uno dei maggiori esperti in materia, Giuseppe Pavanello, affiancato da autorevoli studiosi e dalla direzione dei due musei promotori – prevedrà la presentazione di marmi e gessi di Canova, di nuclei importanti di bozzetti, disegni, monocromi e tempere del grande Artista, provenienti da musei internazionali, posti accanto a capolavori delle raccolte del MANN.

Il prestito si compone di ben sei tra i grandi e notissimi capolavori del sublime scultore custoditi dall’Ermitage, che vanta, come è noto, una straordinaria galleria del Palazzo d’Inverno dedicata allo sculture italiano, che costituisce il più importante nucleo di marmi canoviani al mondo.
L’elenco è incredibile, perché comprende non soltanto il busto marmoreo del “Genio della morte” (1798-1805) ma anche la bellissima “Danzatrice” (1811-1812), “Ebe stante” (1800-1805), il famosissimo “Amorino alato” (1797), il gruppo marmoreo di “Amore e Psiche Stanti” (1800-1805) e l’emozionante “Le Tre Grazie” (1812-1817) simbolo universale di bellezza e icona del grande Canova nel mondo. Dall’Ermitage anche la grande statua romana dell’”Ermafrodito dormiente” del III-I secolo a.C e il gruppo bronzeo di “Ercole e Lica”.

La modernità infatti e il genio creativo di Canova, che guardò per tutta la vita all’arte classica, facendo del dialogo antico/moderno una costante irrinunciabile del suo percorso, gli permisero di rileggere la scultura greco romana con una sensibilità e un sentire assolutamente nuovo e per certi versi irraggiungibile. Con punte di innovazione radicali, come nel caso delle Grazie. L’Antico, per Antonio Canova, bisognava averlo in mente, sperimentandolo nel sangue, sino a farlo diventare naturale come la vita stessa. Ed è anche per tale motivo che lo scultore si può considerare l’ultimo degli antichi e il primo dei moderni.

Last but not least, approfittando di una gita fuori porta, perchè non andare a visitare la mostra SplendOri. Il lusso negli ornamenti di Ercolano fino al 30 settembre 2019 al Parco Archeologico della città vesuviana.

 

La mostra, arricchita da un percorso espositivo vivace e interattivo, accompagnerà il visitatore in questo racconto approfondito sul modo di vivere degli abitanti della città vesuviana, alla scoperta del lusso nel suo valore intrinseco e sociale e dei contesti di rinvenimento degli oggetti. Le monete, le gemme, gli arredi, i gioielli, per una collezione che comprende circa 100 pezzi, provengono da contesti pubblici e privati, molti dei quali portati via dai proprietari durante la fuga dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e con loro ritrovati. Un cospicuo gruppo di reperti fu trovato nel corso degli scavi nell’antica spiaggia di Hercolaneum, lì dove molti non riuscirono a salvarsi e restituiscono uno spaccato di vita all’insegna del bello e anche del lusso, con una comunità che amava circondarsi di dettagli preziosi e raffinati.

Non mancheranno momenti di interazione per il visitatore che sarà sempre più coinvolto nel percorso e nell’ultima sala potrà anche scattare selfie, indossando idealmente i gioielli e diventando, tramite gli scatti, ambasciatore del Parco archeologico di Ercolano nel mondo.

Saranno presenti anche dei laboratori artigianali con attività organizzate in collaborazione con il Tari e l’Istituto di Istruzione Superiore Francesco Degni di Torre del Greco per ampliare l’offerta di visita e dare così la possibilità di conoscere l’eccellenza campana nel settore di produzione e tradizione artigianale.

Prossimamente su Paesaggi Colorati non mancheremo di raccontarvi i singoli eventi, le nostre impressioni e presto una grande sorpresa!

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