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Villa Medici e la Galleria Borghese rendono omaggio quest’estate a Louise Bourgeois

LOUISE BOURGEOIS. L’INCONSCIO DELLA MEMORIA

a cura di Cloé Perrone, Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith

La prima mostra romana, realizzata in collaborazione con The Easton Foundation e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, dedicata alla pratica scultorea dell’artista franco-americana, in cui una selezione attenta di opere entra in profonda conversazione con la collezione della Galleria

21 giugno – 15 settembre 2024

A complemento della mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, che si terrà alla Galleria Borghese, Villa Medici presenta due opere di Louise Bourgeois: l’installazione No Exit e l’arazzo Sainte Sébastienne nel Salone di lettura, eccezionalmente aperto al pubblico.


Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria

Germinare: L.Bourgeois e l’Italia

Commento a cura di Alessandro Turillo

Fino a metà settembre i visitatori di Galleria Borghese e Villa Medici hanno potuto incontrare alcune opere rappresentative dell’arte di Louise Bourgeois, la prima artista che ha avuto una sua personale presso lo storico museo di Roma. Questo riconoscimento da parte della Galleria è solo uno dei tanti tributi che il mondo della grande arte ha fatto per Louise.

La conoscenza con un artista nella nostra vita è per lo più frutto del caso, ma le istituzioni culturali possono facilitare certi incontri, come nel caso del ciclo di eventi tra giugno e settembre 2024, che avevano lo scopo di avvicinare l’artista al grande pubblico con proiezioni, conferenze, e approfondimenti, per sollecitare la prossimità al vasto universo della Bourgeois.

L’ultimo di questi incontri è stato ospitato dal MAXXI di Roma con la conferenza “Esistere come donna: Louise Bourgeois e l’Italia.”

Louise Bourgeois e l'Italia. Foto di Alessandro Turillo

Foto di Alessandro Turillo

In effetti opera d’arte e luogo della sua creazione hanno sia per l’artista che per lo spettatore un’influenza rilevante.

L’enorme tesoro che si trova nel “Bel Paese” è il deposito che abbiamo ricevuto dall’Impero Romano, dal Rinascimento e dallo Stato Pontificio, questo enorme patrimonio vivo è stato spesso visitato da grandi nomi dell’arte: mi viene in mente il viaggio di Picasso a Roma insieme a Cocteau nel 1917, che servì per lavorare ai costumi dell’opera “Parade” musicata da Satie, su testo del suo amico e compagno di viaggio romano. In quel caso, il ritorno al classico servì per trasformare in chiave parodica e kitsch i costumi del balletto di Loénide Massine. Ma per quanto sin dal 1855 il Modernismo per voce di Courbet col suo manifesto realista avesse preso le distanze dal mondo classico, la relazione con il mondo dell’arte nel suo ampio respiro tra l’Arte Greca e il Rinascimento è sempre stata più quantica che aritmetica, ed oggi con la felice apertura al mondo femminile assistiamo a nuovi modi d’intendere la classicità.

Il rapporto tra Louise e l’Italia nasce innanzitutto, come ci ricorda Ulf Küster come esigenza di avere uno spazio privato per poter lavorare.

Louise, madre di tre figli, ebbe delle oggettive difficoltà a trovare un luogo adeguato per dedicare del tempo alla sua arte. Fu proprio il marito Robert Goldwater, un profondo esperto di Arte Primitiva, che comprendendo le difficoltà pratiche della moglie, le consigliò per primo di passare del tempo in Italia per dedicarsi alle sue creazioni.

Questa intuizione, oltre ad avere dei vantaggi pratici, fu anche l’occasione per Louise di avere una relazione più profonda con la cultura classica, ma l’esito che ne esordì fu decisamente sorprendente. Per chi volesse approfondire questa artista, il partire da queste rielaborazioni potrebbe essere una via d’acceso all’insieme della sua opera.

Concentrerei la nostra attenzione su “Germinal”(1967) perché il tema del germinare ha una sua specificità e mostra anche come l’artista potesse attraversare l’oggetto del suo lavoro. Carla Subrizi approfondisce durante la conferenza proprio questa specificità dell’artista, che si muoveva a partire dall’ascolto di ciò che la materia poteva suggerire. In questo possiamo già annotare una differenza sostanziale rispetto al mondo dei classici: Canova ad esempio lavorò sempre per far dimenticare il marmo nelle sue opere. La Bourgeois si muove in uno spazio diverso: l’esito scultoreo è frutto dell’ascolto della “voce della materia stessa”. Il materiale, che sia marmo, bronzo o legno non è nascosto, ma mostrato nel suo divenire. Riecheggia involontariamente la sperimentazione michelangiolesca della “Pietà Rondanini” dove l’opera è lasciata in bilico tra materia e spirito. Ma anche qui Louise propone una variante sostanziale, difatti lo slancio della germinazione si muove verso l’organico, il corporeo, il tessuto della vita così come lo conosciamo visceralmente. Non a caso la mostra a galleria Borghese portava il titolo “L’inconscio della memoria”. Un’apertura all’incontro con le parti meno visibili della nostra esistenza, verso quel sentire psicosomatico che condivide con le emozioni una larga parte della nostra vita.

L’Italia, dunque, diventa luogo di lavoro e di riflessione sui principi della scultura, ma ad accendere il suo interesse proprio per questa tecnica fu Fernand Lèger nel 1938. Küster ci ricorda che un giorno presso la scuola d’arte, Fernand disse alla sua allieva “non so per chi dipingi Louise”, poi prese un pezzo di legno da sopra una mensola, lo fece roteare “guarda che questa è una scultura”. A Pietra Santa l’artista non solo ha modo di avere un contatto fisico con le cave di marmo, e con le antiche fonderie di bronzo, ma incontra anche alcuni suoi colleghi con cui ha uno scambio proficuo: Henry Moore e Alina Szapocznikow.

In questo clima di memorie e scambi, di ascolto e rapporto con la materia, la scultrice inizia a far crescere quello che sarà successivamente sempre più uno stile definito e in grande armonia con la sua storia personale, comincia dunque ad esistere come artista. Trovo da questo punto di vista molto interessante allora ricordare un breve contrappunto che Maria Nadotti ha offerto in veste di moderatrice della conferenza dicendo “abbiamo avuto un confronto sul titolo dato all’incontro (Esistere come donna), e credo che potremmo accontentarci di dire esistere per poi domandarci che cosa può voler dire esistere davvero? O si esiste o non si esiste”. In questa riflessione sento che l’opera della Bourgeois si avvia verso una dimensione più universale, che partendo da un lavoro artigianale attento al cuore della materia, si svolge in una germinazione simbolica che diventa, per chi incontra la sua opera, motivo di riflessione sulle basi fondanti della vita.

Il passaggio in Italia dell’artista, prima come persona e successivamente con le sue opere, potrebbe essere allora una traccia utile a chi, nell’incontro con l’arte contemporanea, vorrà essere accompagnato dalle forme e dalle riflessioni che questa poetica offre: germinazione, materia, organicità delle forme e dell’esistere. Tutti luoghi che frequentiamo abitualmente anche se spesso non ne abbiamo coscienza.


Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria è la prima mostra dedicata a un’artista contemporanea presso la Galleria Borghese, e la prima esposizione romana dell’artista franco-americana, tra le più influenti del secolo scorso.

Ideata da Cloé Perrone e curata con Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, l’esposizione, realizzata in collaborazione con The Easton Foundation e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, è incentrata sul grande contributo della Bourgeois alla scultura e la profonda connessione tra la sua pratica artistica e la Galleria Borghese.

Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria intreccia la memoria personale dell’artista a quella collettiva del museo pubblico: il percorso espositivo attraversa alcune sale del Museo, il padiglione dell’Uccelliera e il Giardino della Meridiana – luoghi che Louise Bourgeois aveva esplorato con ammirazione durante la sua prima visita a Roma nel 1967.

Circa 20 opere scultoree che dialogano con l’architettura unica del Casino Borghese e con la sua collezione, sono incentrate sui temi della metamorfosi, della memoria e sull’espressione di stati emotivi e psicologici. Queste tematiche, esplorate anche dagli artisti della collezione Borghese, sono rinvigorite dalla lente contemporanea di Bourgeois, che offre nuove prospettive sull’esperienza umana, grazie anche alla sua straordinaria diversità di forme, materiali e scale, che le hanno permesso di esprimere una gamma di stati emotivi.

Il percorso artistico di Louise Bourgeois (1911, Parigi – 2010, New York), lungo sette decenni ha fatto progredire in modo significativo le discussioni critiche sull’arte contemporanea, incorporando i temi della psicoanalisi e del femminismo che da allora sono diventati centrali. Negli anni Sessanta, dopo un periodo di intensa psicoanalisi, inizia a lavorare con forme biomorfe, sperimentando il lattice, il gesso, la cera e altri materiali. All’inizio degli anni Novanta presenta il suo primo gruppo di Cells, strutture autonome, alcune simili a stanze, composte da elementi scolpiti, oggetti trovati e oggetti conservati nel corso della sua vita. Sono dell’ultimo decennio della sua carriera le opere realizzate con i tessuti.

Il suo rapporto con l’Italia e con le collezioni Borghese ha influenzato in modo significativo la sua pratica creativa. L’incontro con la collezione Borghese iniziò con gli studi di storia dell’arte al Louvre alla fine degli anni Trenta e si approfondì tra il 1967 e il 1972 con i soggiorni a Pietrasanta, Carrara e in altre città della regione, lavorando in diversi studi e realizzando numerose opere in bronzo e marmo.

Un decennio dopo riprende a frequentare l’Italia, producendo altre sculture tra il 1981 e il 1991.

Con la mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria la Galleria Borghese conferma l’importanza del rapporto tra arte antica e contemporanea, diventando luogo di incontro e dialogo tra Maestri di epoche e provenienze diverse. Le installazioni contemporanee di oggi riaffermano e attualizzano ciò che la Galleria incarnava per Scipione Borghese: essere uno scrigno di tesori personali e un luogo per custodire un’eredità che va costantemente rinnovata, favorendo nuove letture della sua storia e della storia dell’arte.

In occasione della mostra, anche l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici ospita un’opera dell’artista, allestita nel Salon de Lecture: No Exit, un’installazione formata da una scala incorniciata lateralmente da pannelli e da due grandi sfere situate alla sua base. Nella scala si trovano appese due forme di gomma a cuore, elementi ben celati e che possono essere sbirciati attraverso una piccola porta dietro la struttura.

Durante tutto il periodo dell’esposizione, chi presenta alle casse di Villa Medici il biglietto della Galleria Borghese avrà diritto ad una riduzione, 8€ anziché 10€.

L’esposizione è stata realizzata grazie al supporto di FENDI, sponsor ufficiale della mostra.

La mostra è accompagnata da un programma di incontri dal titolo Esistere come donna organizzati da Electa. Scarica il programma qui 
Hospitality partner della mostra: Hotel Eden, Dorchester Collection.

 


Sinistra: Louise Bourgeois No Exit, 1989 Legno, metallo dipinto e gomma 209.5 x 213.3 x 243.8 cm Fondation Louis Vuitton pour la Création, Paris / Parigi © The Easton Foundation/Licensed by VAGA, New York and SIAE, ItalyDestra: Louise Bourgeois Sainte Sébastienne, 1997, arazzo, tessuto, lana, 338 x 245 cm, Manufacture des Gobelins, Collection du Mobilier national, in deposito a Villa Medici. Foto: Agostino Osio

Sinistra: Louise Bourgeois No Exit, 1989 Legno, metallo dipinto e gomma 209.5 x 213.3 x 243.8 cm Fondation Louis Vuitton pour la Création, Paris / Parigi © The Easton Foundation/Licensed by VAGA, New York and SIAE, Italy
Destra: Louise Bourgeois, Sainte Sébastienne, 1997, arazzo, tessuto, lana, 338 x 245 cm, Manufacture des Gobelins, Collection du Mobilier national, in deposito a Villa Medici. Foto: Agostino Osio

Figura artistica fondamentale del XX secolo che sfugge a qualsiasi classificazione ed etichetta, Louise Bourgeois (1911, Parigi – 2010, New York) ha influenzato innumerevoli artisti con la sua opera segnata principalmente dai temi della memoria, dell’infanzia e della metamorfosi. Dal 21 giugno al 15 settembre a Roma, la Galleria Borghese le consacra una mostra dal titolo Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, che a Villa Medici avrà il suo prolungamento con l’installazione No Exit, presentata per l’occasione nei saloni storici fino al 5 settembre.

No Exit evoca la casa d’infanzia nella quale Louise Bourgeois, da bambina, era solita rifugiarsi nel sottoscala per spiare il padre. La scala immaginata dall’artista non conduce da nessuna parte, perde il suo aspetto funzionale per assumere una dimensione quasi spirituale che invita alla riflessione e all’introspezione. Due sfere di legno sono disposte ai lati dei gradini, a suggerire una forma fallica, mentre due cuori di gomma celati sotto la scala rivendicano il posto dell’amore nelle relazioni umane.

L’installazione No Exit (1989) entra in risonanza con un’altra opera dell’artista franco-americana esposta nelle sale storiche di Villa Medici, pervasa dalle riflessioni sul corpo e la memoria: l’arazzo raffigurante Sainte Sébastienne (1997), di proprietà delle collezioni del Mobilier national e custodita a Villa Medici dal 2022. Questo arazzo tessuto dalla Manufacture des Gobelins si basa su una calcografia realizzata da Louise Bourgeois nel 1992. L’artista mette in scena una versione femminile di San Sebastiano martire, tratteggiata con una generale sintesi espressiva: un corpo femminile dalle curve generose è trafitto da frecce nere scagliate da ogni parte. Louise Bourgeois si appropria dell’iconografia tradizionale del martire cristiano per evocare la sua personale sofferenza. « Sainte Sébastienne è un autoritratto » affermava.

Le due opere di Louise Bourgeois sono presentate nel Salone di lettura. Questo salone, riallestito nel 2022 da Kim Jones e Silvia Venturini Fendi, sarà eccezionalmente accessibile al pubblico.

 

A proposito della mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria alla Galleria Borghese:

Realizzata dalla Galleria Borghese in collaborazione con The Easton Foundation, la mostra è la prima retrospettiva dell’artista a Roma. A cura di Cloé Perrone, Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, presenta una ventina di opere e invita ad esplorare il contributo fondamentale dato da Louise Bourgeois alla scultura del XX secolo, in rapporto con le collezioni storiche e il patrimonio architettonico della Galleria Borghese.

La mostra è accompagnata da un catalogo e da una guida edita da Marsilio Arte.


LOUISE BOURGEOIS. L’INCONSCIO DELLA MEMORIA 

Per tutto il mese di agosto alla Galleria Borghese potrete vedere la prima mostra dedicata a un’artista contemporanea donna fra le più influenti del secolo scorso: Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria. Il percorso espositivo attraversa alcune delle sale del Museo, il padiglione dell’Uccelliera e il Giardino della Meridiana, luoghi che l’artista aveva esplorato con ammirazione durante la sua prima visita a Roma nel 1967. Inoltre, presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è esposta un’altra installazione: No Exit.

Presentando il biglietto della Galleria Borghese alle casse di Villa Medici, si avrà diritto a una riduzione sul biglietto d’ingresso che costerà 8€ invece di 10€.

 

Curatori: Cloé PerroneGeraldine Leardi Philip Larratt-Smith

Mostra realizzata in collaborazione con The Easton Foundation.

Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria alla Galleria Borghese: dal 21 giugno al 15 settembre 2024

No Exit e Sainte Sébastienne a Villa Medici: dal 21 giugno al 5 settembre 2024.

 

Informazioni pratiche dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici

Aperta dal lunedì alla domenica, chiusa il martedì

Dalle 10.00 alle 18.30

Biglietti della mostra: 10 euro intero, 8 euro ridotto

Ingresso gratuito per i giornalisti su presentazione di una tessera stampa valida.

 

Intorno alla mostra a Villa Medici

Il 4 luglio, nell’ambito del programma di incontri Esistere come Donna che accompagna la mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoriaVilla Medici accoglierà l’artista e amica di Louise Bourgeois Mâkhi Xenakis e la scrittrice Laura Accerboni per un incontro gratuito dal titolo Tenendo per mano l’ombra. Filosofia e poesia, intorno alla mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria.

 

La presentazione di Louise Bourgeois a Villa Medici beneficia di un prestito eccezionale della Fondation Louis Vuitton pour la Création, Parigi, per l’opera No Exit. Sainte Sébastienne è stata depositata dal Mobilier national nell’ambito del progetto Restituire l’incanto a Villa Medici.

L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici è un’ente del Ministero della Cultura Francese.

Accademia di Francia a Roma — Villa Medici

Viale della Trinità dei Monti, 1 – Roma

Infoline: +39 06 67611

Sito web ufficiale: villamedici.it


mercoledì 11 settembre 2024 ore 18

Louise Bourgeois e l’Italia

Ulf Küster, Maria Nadotti, Carla Subrizi

in dialogo nell’ambito del programma
Esistere come Donna
ideato e realizzato da Electa con Fondazione Fondamenta

In occasione della mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria visitabile fino al 15 settembre alla Galleria Borghese, mercoledì 11 settembre 2024 alle ore 18 si terrà al MAXXI l’incontro “Louise Bourgeois e l’Italia”.

L’appuntamento è dedicato ai filoni di studio più recenti sulla figura di Louise Bourgeois partendo dalla conversazione tra la storica dell’arte Carla Subrizi e il curatore Ulf Küster che sta lavorando ad una grande mostra dedicata all’artista che aprirà nel 2027 presso la Fondazione Beyeler a Basilea.
Al dialogo si unisce Maria Nadotti, giornalista, traduttrice e saggista, autrice della raccolta Prove d’ascolto. Incontri e visioni che comprende l’intervista realizzata durante l’incontro con Louise Bourgeois nel marzo del 1993.
Introduce Francesco Spano, Segretario Generale Fondazione MAXXI.

L’incontro si tiene in lingua inglese e italiana con traduzione.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

Comunicazioni ufficiali e immagini dagli Uffici Stampa della Galleria Borghese, Lara Facco, e dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Elisabetta Castiglioni – Press Office & Public Relations. Aggiornamento del 5 settembre per l’evento dell’11 settembre 2024 dall’Ufficio Stampa Electa.

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