ŒUVRES CHOISIES: A Roma, il secondo appuntamento con Galerie Nathalie Obadia per rhinoceros gallery
(12 dicembre 2024 – 6 marzo 2025)
Clicca qui per il commento a cura di Alessandro Turillo (13 dicembre 2024)
Clicca qui per le informazioni ufficiali sulla mostra
–
commento a cura di Alessandro Turillo (13 dicembre 2024)
ŒUVRES CHOISIES, secondo appuntamento della collaborazione con Galerie Nathalie Obadia
Alla galleria Rhinoceros del Velabro a Roma, a pochi passi dove la leggenda vuole che Romolo e Remo siano approdati in una cesta di paglia, è cominciata una mostra che parla le lingue del presente dell’arte, come poche in città.
Il tratto distintivo in questo caso passa attraverso la scelta di opere, perlopiù pittoriche che sono di recente fattura e nate tutte dopo il 2000.
In una costante continuità, che per la sua normalità passa inosservata, arti installative, materiche e performative da una parte e pittura dall’altra, attraversano il nostro contemporaneo in luoghi per lo più diversi e apparentemente distinti.
Le eccezioni che faranno sempre pare di ogni discorso non mancheranno, ma quando mi capita di parlare con qualcuno e dire che sto per recarmi ad una mostra di arte contemporanea, la curiosità in merito va sempre addensandosi rispetto alla stravaganza della potenziale opera da riconoscere, e dalla sua completa distanza dal nostro quotidiano.
Anche in questo la galleria dello spazio diretto da Alessia Caruso Fendi non fa che stupire, perché se da una parte la proposta attuale è certamente perlopiù pittorica, se pur con varianti davvero significative, dall’altro lato del discorso troviamo una forte ricerca da parte degli artisti esposti di dialogare col presente e cercare di portarne in luce gli aspetti più rimossi, o imperscrutabili.
Gallery con gli allestimenti. Crediti per le foto: ©Simon d’Exea
Fa fede in questo discorso l’immagine che ne promuove il lancio: tratta da un lavoro di Laura Henno, “Leon”, è stata scattata a Roma in qualche luogo lontano dai turismi e diventato rifugio temporaneo per il nostro protagonista che vediamo di spalle, intento a decidere sul da farsi.
L’artista segue in varie parti del mondo queste esistenze marginali per la comunità più regolamentata, ma vive in un loro essere presenti in un mondo che le vorrebbe escludere del tutto, e che non ne conosce davvero le direzioni. Non solo il disagio di migrazioni che sfuggono alle normali direttrici che la legge stabilisce, ma anche modi di vivere in contrapposizione agli standard del nostro quotidiano, che si è sedimentato negli ultimi tremila anni. Un nomadismo che ci intimorisce ma che è parte di un non meno importante storia dell’essere umano.
La mostra collettiva è il secondo capitolo di una collaborazione con la galleria Nathalie Obadia di Parigi, che si trova a dieci minuti a piedi da Notre Dame e che coltiva incessantemente una curiosità per quanto nell’arte sia emergente oppure affermato.
Ed anche in questo secondo dialogo romano giungono da Parigi voci che seguono con piacere questa oscillazione che sta alla base di ogni attenzione, non solo per il già conosciuto, ma pure per quelle forme espressive che alludono almeno potenzialmente ad un cambiamento.
Ed è per questo che gli esperti di settore non si lasceranno passare inosservata la tela di David Reed, artista concettuale americano che da più di trent’anni si dedica con intensità alla sua pittura astratta, con risultati tecnico espressivo che ancora oggi attirano l’attenzione.
Nella tela esposta “#500” si potrà trovare l’essenza del suo lavoro in merito all’uso di materiali che sono utilizzati per far sì che il colore emerga in tutta la sua forza trasformativa.
Ma se quanto detto fin ora lasciasse ancora una scia di dubbio, non resta che tentare una strada alternativa e davvero intrecciata con il tempo, attraverso l’opera di Sarkis, artista armeno che ha trovato in questo contesto un valore espressivo attraverso l’intreccio tra passato e presente.
Qui a Roma l’artista propone lavori all’eterno di cornici intarsiate, che diventano uno spazio ideale per slanciarsi verso sperimentazioni concettuali che usano in colore come dichiarazione di intenti.
Non passa inosservato in suo lavoro sulle impronte digitali, ma neppure l’attrazione di forme che eludono lo spazio geometrico e si avvicinano maggiormente a quello del sogno.
Un passaggio alla galleria Rhinoceros è in ogni caso da segnare, anche solo per godere a fine giornata di un tramonto sulla terrazza antistante, sempre che qualche artista non vi abbia poi rubato lo sguardo in un momento di inaspettata sorpresa, rispetto a quante forme servano per dare almeno un pronto della nostra vita.
A Roma, rhinoceros gallery (www.rhinocerosroma.com/
Dal 12 dicembre 2024 al 6 marzo 2025 (Opening dalle 18:00–20:00), rhinoceros gallery presenterà ŒUVRES CHOISIES, la nuova mostra collettiva che accoglie opere di dieci artisti internazionali affermati ed emergenti rappresentati da Galerie Nathalie Obadia riconosciuta per la sua capacità di esplorare linguaggi innovativi attraverso una molteplicità di forme espressive.
La nuova esposizione invita a immergersi in un dialogo affascinante attraverso fotografia, pittura, scultura e installazione. Tra gli artisti in mostra:
Valerie Belin, Carole Benzaken, Laura Henno, Fabrice Hyber, Patrick Faigenbaum, Jorge Queiroz, Johanna Mirabel, Fiona Rae, David Reed e Sarkis.
“La forza della collaborazione con Nathalie Obadia risiede nella straordinaria fantasmagoria degli artisti presentati in mostra. Un vero e proprio caleidoscopio di opere che danno voce a prospettive provenienti da mondi e culture eterogenee, attraversando confini geografici e culturali: dalla Francia agli Stati Uniti, dalla Turchia alla Guyana, da Hong Kong al Portogallo. Le diverse discipline si intrecciano in una molteplicità di linguaggi espressivi, trasformando questa esposizione in un vibrante crocevia di interferenze artistiche e culturali. Un evento che si colloca perfettamente nel solco della visione e della promessa di rhinoceros gallery.”
— afferma Alessia Caruso Fendi, direttrice di rhinoceros gallery.
La nuova esposizione invita a immergersi in un dialogo affascinante tra attraverso fotografia, pittura, scultura e installazione. ŒUVRES CHOISIES gioca sul duplice significato del termine œuvre (opera), che abbraccia tanto le arti visive quanto quelle musicali, evocando l’idea di un’opera collettiva. Come una partitura, la mostra si costruisce attraverso le voci dei singoli artisti, che compongono un racconto corale.
Valerie Belin, celebre per il suo lavoro sulla costruzione dell’identità, indaga il sottile confine tra naturale e artificiale, dove l’estetica iperrealistica dialoga con suggestioni oniriche.
Carole Benzaken, vincitrice del Premio Marcel Duchamp, presenta opere che fondono figurazione e astrazione, in cui una crescita rizomatica trasforma le figure attraverso diversi media.
Le fotografie di Laura Henno rendono visibili esistenze marginali, tra isolamento, migrazioni e sopravvivenza. L’artista esplora la libertà interiore e la resilienza, seguendo da vicino le comunità per anni, con un approccio immersivo che unisce documentazione e immaginazione.
Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 1997, Fabrice Hyber ci introduce al suo universo materico in cui l’ironia si intreccia alla riflessione sulla condizione umana.
Patrick Faigenbaum, noto per le sue fotografie che catturano la profondità della memoria e del tempo, rivela un legame intimo con i paesaggi italiani.
Jorge Queiroz dà forma a un immaginario fluido che riecheggia memoria e sogno.
I dipinti di Johanna Mirabel ritraggono personaggi in spazi domestici che si fondono con esterni onirici, esplorando i confini tra interno ed esterno. La memoria personale emerge con richiami alle abitazioni della Guyana e alle brownstone di Harlem. Le tele di Fiona Rae, tra i protagonisti della Young British Artists, esplodono di energia e vitalità, in un dialogo tra caos e ordine.
David Reed, figura emblematica dell’astrazione americana, investiga il movimento del colore in lavori dove la luce diventa protagonista assoluta, mentre Sarkis, artista di fama internazionale e maestro della memoria culturale, crea scenografie ispirate al ricordo dei luoghi e alla sua esperienza personale. Attraverso le sue opere, che chiama Ikones, Sarkis mette in discussione lo status stesso dell’immagine tra patrimonio e modernità. Le Ikones sono cornici recuperate e rielaborate, scrigni preziosi per un’opera intima, reliquiari del culto di Sarkis per l’opera d’arte.
Il musicista, performer, pittore e scultore Joris van de Moortel presenta una grande tela, densa di riferimenti letterari a L’arbre des batailles. L’ultima parte dell’opera è stata aggiunta in seguito alla sua performance LE TROU DU FOU – Il buco del pazzo, preparata in esclusiva per rhinoceros gallery.
La mostra OEUVRES CHOISIES sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 11:00 alle ore 19:00 fino al 6 marzo 2025.
Dove:
rhinoceros gallery
Via del Velabro 9A, Roma
Opening
Giovedì, 12 dicembre 2024, ore 18.00 – 20:00
Date:
12 dicembre 2024 – 6 marzo 2025
Orari di apertura:
Tutti i giorni dalle ore 11:00 alle 19:00
Testo e immagini dall’Ufficio Stampa rhinoceros gallery, Mint List.