la mostra “ARTE E POTERE. In dialogo con Federico da Montefeltro”
1 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
La mostra parte dalla figura di Federico da Montefeltro, tra i principali mecenati di ogni tempo, che fece di Urbino la culla e il centro del Rinascimento.
Come sottolinea il curatore Vittorio Sgarbi: “Si tratta di alcuni ancora rari e notevolissimi esempi di commissioni pubbliche che contemplano insieme l’esigenza celebrativa e la libertà creativa degli artisti. Proprio in questo spirito, di fertili e fruttuosi rapporti fra arte e potere, in una grande città rinascimentale che riafferma la propria presenza nella contemporaneità, si ripete l’esempio, nel modo più originale e stimolante, senza retorica commemorativa, di Federico da Montefeltro”.
Il visitatore può ammirare ad Urbino opere celebrative come il “Mario Balotelli” di Livio Scarpella, autore anche del monumento a Niccolò Paganini e del “San Bartolomeo”. Svetta la stele bronzea di Ivan Theimer realizzata in onore di Vittorio Sgarbi per la violazione dell’embargo in Libia, posta in dialogo con il busto spezzato di Igor Mitoraj e le due sculture di Tullio Cattaneo per le nicchie della navata laterale della cattedrale di Noto, il “San Matteo” e il “San Giacomo Maggiore”. Le ceramiche policrome di Bertozzi & Casoni omaggiano invece le quattro stagioni di Arcimboldo aggiungendone una quinta, le sculture di Giuseppe Bergomi raffigurano santi e allegorie, mentre Giuseppe Ducrot è in mostra con un “San Matteo” in bronzo. Luminosissima, infine, la scultura in lamiera zincata e led di Marco Lodola dai colori pop e forme sintetizzate, tipica del suo stile vintage anni ‘50.
Un rapporto oggi difficile da immaginarsi e che con Federico da Montefeltro portò un fervente, produttivo ed unico clima culturale.
Sede: Palazzo Ducale, Sale del Castellare – Urbino
Data: 1 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
Inaugurazione: 30 settembre 2022, ore 12
Orari di apertura: lunedì 10-14 / da martedì a domenica 10-18. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Biglietto: Solo mostra: intero euro 8, ridotto euro 2; Cumulativo Mostra – Galleria Nazionale delle Marche: intero euro 12, ridotto euro 3. Ingresso ridotto: cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 ed i 25 anni; cittadini non comunitari di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, a condizione di reciprocità nella riduzione; convenzionati. Ingresso gratuito: fino a 18 anni di età, docenti delle scuole statali; membri I.C.O.M. (International Council of Museums); guide turistiche dell’Unione Europea munite di licenza professionale; interpreti turistici dell’Unione Europea quando occorra la loro opera a fianco della guida; personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gruppi di studenti delle scuole pubbliche e private dell’Unione Europea accompagnati dai loro insegnanti, previa prenotazione, nel contingente stabilito dal museo; docenti e studenti appartenenti a facoltà di Architettura, Conservazione dei beni culturali, Scienze della formazione, Lettere e filosofia (corsi con indirizzo archeologico o storico artistico), Accademie di belle arti; allievi dell’Istituto Centrale per il Restauro, dell’Opificio delle Pietre Dure, della Scuola per il Restauro del Mosaico; giornalisti di stati membri dell’Unione Europea muniti di tesserino dell’ordine; cittadini dell’Unione Europea portatori di handicap documentato, compreso l’accompagnatore; cittadini stranieri di età inferiore a 18 anni, a condizione di reciprocità nella gratuità.
Vittorio Sgarbi
Curatore mostra “Arte e potere. In dialogo con Federico da Montefeltro”
“Arte e potere. In dialogo con Federico da Montefeltro” è una mostra d’arte contemporanea che ritrova committenze dirette da parte di Istituzioni, Fondazioni, privati, secondo regole che sembrano dimenticate, ma pregevoli e rare. Così come si celebra ovunque l’arte contemporanea nelle grandi città del mondo, sarebbe sembrato provinciale ritenere Urbino un mausoleo o un memoriale di una grandezza perduta, non intendendone la condizione e il ruolo di capitale ideale (e reale) anche nel nostro tempo.
È proprio per questo che ho voluto proporre, nello spirito di attualità dell’esempio di Federico da Montefeltro, la mostra su “Arte e potere”, evitando il facile riferimento ai monumenti nelle piazze stabiliti grazie ad appartenenze politiche o all’alibi di soggetti di esaltazione di valori civili, in chiave prevalentemente retorica, dopo la stagione della celebrazione degli eroi risorgimentali. Una selezione di artisti liberi, di eccezionale qualità, che abbiano operato in regime di commissioni pubbliche, senza nascondersi dietro la copertura e l’impegno sociale, ma in nome dei valori assoluti della invenzione, della creatività e della bellezza.
Ecco allora, tra i più notevoli, Ivan Theimer, che ha lavorato su commissione di Mitterand e Chirac, all’Eliseo di Parigi, e a Campo di Marte, sempre a Parigi, per il monumento dei diritti dell’uomo e del cittadino, in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese. Ad Amburgo ha eretto un monumento al poeta Heinrich Heine; a Bordeaux ha posto l’obelisco della Place de la Victoire; a Foligno il monumento all’architetto Giuseppe Piermarini; a Massa Marittima l’altare della Cattedrale di San Cerbone. Importanti commissioni pubbliche, sempre più rare nel nostro tempo.
Grande è stato l’impegno di Giuseppe Bergomi per il monumento a Cristina di Belgiojoso, eroina milanese del Risorgimento, prima statua di Milano dedicata a una donna per commissione del Comune e della Regione e volontà del sindaco Giuseppe Sala. Finora, nessuna delle 121 statue cittadine era dedicata a una personalità femminile, eccetto i soggetti di iconografia religiosa o allegorici.
Importante anche l’impegno di Giuseppe Ducrot, cui il governo italiano ha affidato l’altare e il pulpito della Cattedrale di Noto, dopo la ricostruzione. Impresa memorabile, grande esempio di committenza di Stato. Nel 1995 esegue il busto di Marco Aurelio per la facciata del Museo Borghese. Nel 1996 esegue l’Erma di Ninfa (Fontana delle mammelle a Piazza Capo di Ferro a Roma) e nel 1998 un vaso bacchico e due cornucopie per lo scalone d’entrata di Villa Borghese. Del 1999 è il busto-reliquiario in bronzo di San Filippo Neri per la Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini (Roma) e del 2000 sono l’altare, l’ambone, il trono e la statua di San Benedetto per la Cattedrale di Norcia. Nel 2003 gli viene commissionato il monumento a San Benedetto per la città di Cassino, una scultura alta quasi 4 metri. Nel 2009 la Congregazione dei Padri Rogazionisti gli chiedono la statua di Sant’Annibale Maria di Francia.
Seguono i più grandi scultori ceramisti italiani Bertozzi & Casoni, ovunque celebrati nel mondo, e a cui io stesso, ambasciatore della Lombardia all’EXPO di Milano, affidai la meravigliosa traduzione in ceramica delle quattro stagioni di Arcimboldo, un prodigio di tecnica e di invenzione.
Ancora Tullio Cattaneo, anch’egli coinvolto nell’impresa di Noto e Marco Lodola con una scultura luminosa realizzata per Christian Dior.
Infine, il virtuoso Livio Scarpella che, per la città di Genova, ha realizzato, su commissione della Fondazione Pallavicino, la statua in bronzo dorato di Niccolò Paganini, posta all’entrata del teatro Carlo Felice.
Si tratta di alcuni ancora rari e notevolissimi esempi di commissioni pubbliche che contemplano insieme l’esigenza celebrativa e la libertà creativa degli artisti. Proprio in questo spirito, di fertili e fruttuosi rapporti fra arte e potere, in una grande città rinascimentale che riafferma la propria presenza nella contemporaneità, si ripete l’esempio, nel modo più originale e stimolante, senza retorica commemorativa, di Federico da Montefeltro.
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