Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando, la mostra a cura di Marco Tirelli
Ideazione: Marco Tirelli e Caterina Boetti
Apertura al pubblico: 30 ottobre 2024 – 15 febbraio 2025
Accademia Nazionale di San Luca
Palazzo Carpegna
Roma, piazza dell’Accademia di San Luca 77
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commento a cura di Alessandro Turillo (4 ottobre 2024)
MOLTEPLICI FELICI COINCIDENZE
L’ultimo Viaggio di Alighiero e Boetti
A volte mi chiedo come fosse la percezione dei primi uomini, in bilico tra l’animale e l’umano, delle terre che attraversavano: odori intensi, intrecci di suoni animali, colori di un mondo ancora da conoscere. Tutto era molteplice, difficilmente comprensibile, al di là del semplice colpo d’occhio dato per sopravvivenza o poesia.
La ricerca di un principio unificatore alla base della nostra attuale vita è qualcosa che mi ha sempre lasciato perplesso. L’unità a cui aneliamo porta con sé tracce del molteplice all’interno del quale le nostre vite si trovano: questo Alighiero Boetti lo sapeva molto bene.
L’accademia Nazionale di San Luca di Roma, nata per elevare il lavoro degli artisti, prosegue questo cammino cominciato nel 1593 proponendo gratuitamente la mostra: Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando.
Nel Salone d’Onore dell’Accademia i visitatori potranno fare un’esperienza a mio avviso incredibile: attraversare una summa di tutta l’opera di questo artista contemporaneo italiano, fondamentale nella storia dell’arte occidentale.
L’ultimo lavoro del maestro Opera postale (De bouchè à oreille – trad: Di parola in bocca) ne esemplifica tecnica e poetica che caratterizzano quasi tutto il suo lavoro.
Alighiero comincia a dipingere negli anni ’60 a Torino per poi proseguire un viaggio di ricerca che lo porterà ad esplorare il mondo e la sua possibile infinità.
Mi soffermerò su quest’opera per il suo valore monumentale, storico, e poetico, ma la mostra si apre con l’Autoritratto del ’93, che incontrerete appena arrivati nel cortile del Palazzo Carpegna, al termine del porticato del Borromini. Si tratta di una statua attraversata dalla magia dell’acqua e del vapore che potrebbe alludere ad uno degli stati di coscienza che attraverseranno tutta la mostra: proliferazione, trasformazione, tangibilità.
Nella Sala Bianca altre tre opere sostengono liricamente il sontuoso allestimento che caratterizza la Sala d’Onore, messa a disposizione dall’Accademia e preparate dalla fantasia dei due curatori: Marco Tirelli e Caterina Boetti, figlia dell’artista.
È proprio Marco Tirelli che nella presentazione sottolinea il valore a temporale e non diretto ad uno scopo prefissato dell’opera del suo amico Alighiero: la specificità di Boetti è quella di lavorare su un patrimonio condiviso con le persone del suo tempo, non un gesto di assolutismo artistico, di creazione per mano unica dell’artista, ma una ricerca costante di temi e materiali che le persone del suo tempo conoscessero bene, e al contempo una messa in discussione di tali segni. Una trasformazione che si trova nell’esperienza in sé che l’artista propone, e non diretta verso uno scopo definito: un viaggio che mentre si svolge ha già tutti gli elementi che sono necessari per farne arte.
Opera Postale nasce in collaborazione con le Poste francesi, con Le Magasin – Centre National d’Art Contemporain di Grenoble e il Musée de la Poste.
Siamo nel 1992, Boetti d’accordo con la commissione francese comincia a lavorare a quest’opera, avendone chiaro il progetto e sapendo che si tratterà di qualcosa di monumentale: alla fine l’opera sarà esposta in tutta la sua estensione di quaranta metri che cominciano con la prima parte composta da una coppia di quadri. Il primo che presenta un’immagine e il secondo che mostra un suo scritto. Innanzitutto, questo primo binomio è posto in modo insolito. La prima immagine appesa al muro in modo classico, mentre la cornice dello scritto è installata in modo tale che se ne possa cogliere sia il fronte che il retro.
Questo inizio ha il sapore dell’introduzione in un luogo che si caratterizzerà come alieno alla consuetudine, se pur adiacente al nostro quotidiano. Preludio alla moltiplicazione che sta per avvenire di fronte a noi.
Gallery con foto di Alessandro Turillo
A partire da questa coppia iniziale, il numero di opere seguirà una replicazione matematica che segue la regola della progressione geometrica (2, 4, 8, 16 e così via), fino all’ultima opera che chiude il lavoro, coprendo un’estesa parete che lo sguardo dello spettatore non coglierà quasi nella sua interezza.
L’allestimento della mostra, in consonanza con lo spazio che la ospita, non si sviluppa nell’estensione originaria di quaranta metri, ma ne propone una nuova versione che allude alle spirali aperte: un segno distintivo dell’artista.
Chi passerà nella Sala Bianca, prima di essere catapultato nel frattale della Sala d’Onore, potrebbe avere un minimo di vocabolario per attraversare il molteplice lì in corso d’opera.
Il tema del doppio nei Gemelli del ‘68, la Storia naturale della moltiplicazione del ’74-75, e la statua Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio del ‘69 potrebbero essere dei passaggi chiave per ricreare un orientamento minimo all’interno della spirale aperta della sala attigua.
Ma la mia scelta è stata quella di un’esperienza aperta al gioco di Alighiero: entrato nella sala d’Onore senza alcuna grammatica ho lasciato che qualcosa accadesse.
All’inizio la sensazione è stata di neutra incomprensione, la grandezza crescente dell’opera mi è parsa più un magma informe poco comprensibile. Il particolare di ogni dettaglio era perso in questa specie di mare di colori tenuti insieme dalle cornici a loro volta uniformi ma irregolari nella forma e nel susseguirsi delle composizioni.
Ho avuto bisogno di tempo, e di quel pizzico di fiducia per entrare in un mondo che non è il mio, se non a microscopici tratti.
Lentamente la confidenza con la sala si è fatta più intima, senza un ordine regolare, e frammentato dal sistema di allarme sensibilissimo all’avvicinarsi troppo all’opera, ho cominciato ad entrare nel mondo di Alighiero e Boetti: una vastità in espansione nella consapevolezza del molteplice.
È stato come immergersi in una polifonia di suoni, ebrezza in equilibrio tra il richiamo delle forme, e i frammenti degli scritti, docile conoscenza del conosciuto a dispetto dell’incommensurabilità dell’opera, che è solo apparentemente finita nel suo stare in un luogo.
Che si voglia sognare con le composizioni di francobolli, o che si cerchi di seguire le tracce disseminate in ogni opera, si rischia in ogni momento un incontro accidentale con l’Aleph di Borges, richiamo al molteplice della vita, di cui Alighiero è un dei cantori più appassionati.
Dal 30 ottobre 2024 al 15 febbraio 2025, l’Accademia Nazionale di San Luca presenta la mostra Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando dedicata a uno degli artisti più visionari e influenti del XX secolo, curata da Marco Tirelli e concepita insieme a Caterina Boetti, presidente della Fondazione Alighiero e Boetti.
La mostra è realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Per il trentennale della scomparsa di Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994), nel Salone d’Onore, nella Sala bianca e nel porticato borrominiano di Palazzo Carpegna, verrà esposto un nucleo selezionato di opere intorno ai temi del doppio e della proliferazione dall’uno al molteplice, propri della ricerca dell’artista.
La mostra propone un percorso inusuale del suo lavoro, nei suoi aspetti più rigorosi e concettuali nonché immaginifici.
Come sottolinea Marco Tirelli: “Un artista come Alighiero ha fondato una nuova e inaudita idea del classico, in cui il rigore, la norma, i modelli e le regole fossero sempre instabili, autogeneranti e proliferanti, sia pure nella loro fissità di oggetti immobili. Nessuna opera di Alighiero si esaurisce in sé stessa, nel suo corpo fisico o nella data in cui è stata realizzata, ma apre sempre a nuovo senso, ad altro da sé. Le sue opere sono proteiformi, si trasformano sotto il nostro sguardo. Inquietano e rassicurano allo stesso tempo”.
Il Salone d’Onore, riconfigurato per l’occasione da un’importante struttura allestitiva, ospiterà l’Opera postale (De bouche à oreille), lavoro di dimensioni colossali, creato nel 1992-93, un anno prima della morte dell’artista. Esposta raramente, l’opera costituisce una summa del suo lavoro precedente che “rimette al mondo” i passaggi più alti della sua ricerca. Realizzata con la collaborazione delle Poste francesi, de Le Magasin – Centre National d’Art Contemporain di Grenoble e del Musée de la Poste, la composizione si articola in 11 serie, ognuna delle quali formata da due elementi: le buste e i disegni (506 buste affrancate e timbrate e 506 disegni a tecnica mista).
Nella Sala bianca (di fronte al Salone d’Onore) saranno presentati i famosissimi Gemelli (1968), fotomontaggio fotografico eseguito da Mario Ponsetti su indicazione dell’artista; Storia naturale della moltiplicazione (1974-1975), un grande polittico formato da 11 carte quadrettate; Io che prendo il sole a Torino il 19 gennaio 1969 (1992), installazione in cui l’artista si autorappresenta insieme a una farfalla cavolaia, allusione all’Io che supera il limite corporeo.
Nel porticato borrominiano il visitatore sarà accolto dal bronzo Autoritratto (1993), un’opera che ben esemplifica il processo di trasmutazione della materia in spirito, pensiero, immaginazione.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Alighiero e Boetti
Accompagna la mostra un catalogo, in coedizione con Electa, con le introduzioni istituzionali del Presidente dell’Accademia Marco Tirelli e del Segretario Generale Claudio Strinati.
A seguire il saggio del curatore Marco Tirelli e i testi critici di Laura Cherubini, Angela Vettese e del matematico Paolo Zellini, oltre ai contributi di Agata e Caterina Boetti e Gian Enzo Sperone e ad un’intervista ad Adelina von Fürstenberg di Mario Finazzi.Nel catalogo verranno inoltre presentate le installation view degli spazi che l’Accademia ha realizzato appositamente per la mostra.
Mercoledì 18 dicembre 2024, l’Accademia, in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, organizzerà un convegno internazionale sull’attualità della figura di Alighiero Boetti.
L’Accademia Nazionale di San Luca desidera ringraziare sentitamente la Fondazione Alighiero e Boetti, in particolare la presidente Caterina Boetti, il vice presidente Giordano Boetti e la responsabile delle attività Francesca Franco, tutti i prestatori e coloro che hanno collaborato alla realizzazione della mostra.
Roma, ottobre 2024
INFORMAZIONI:
Mostra: Alighiero e Boetti. Raddoppiare dimezzando
Curatore: Marco Tirelli
Ideazione: Marco Tirelli e Caterina Boetti
La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Alighiero e Boetti
Sede: Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, piazza dell’Accademia di San Luca 77, Roma
Apertura al pubblico: 30 ottobre 2024 – 15 febbraio 2025
Orari: dal martedì al venerdì, dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30). Il sabato dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30).
Aperture straordinarie: 22 dicembre e 29 dicembre 2024, ore 10.00-19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Chiuso la domenica e il lunedì | chiuso 24-25-26 dicembre 2024, 1° gennaio 2025
Ingresso gratuito
Informazioni: www.accademiasanluca.it; tel. 06 6798848 – 06 6798850 selezionando l’interno della portineria
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